Metodologia didattica Nudge: che cos'è e quali sono i suoi benefici

13 dicembre 2023 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

La metodologia didattica nota come nudge prende origine dalla psicologia comportamentale, la quale la considera uno strumento in grado di agire sul comportamento umano, spronando all'azione e modificando i comportamenti delle persone. Questo metodo nasce dall'osservazione del funzionamento del cervello umano e fa leva sul fatto che le decisioni che siamo soliti assumere non siano dettate soltanto dalla razionalità. Anzi, sembra proprio che il cervello non sia affatto razionale: il nostro modo di ragionare è molto più complesso, essendo permeabile a tantissime sollecitazioni esterne, in grado di agire sulle nostre emozioni e decisioni.

 

 

Cos'è il metodo nudge e come le componenti emotive possono influenzare le nostre azioni

 

Quanto scoperto dalla scienza è inequivocabile. Le generalizzazioni cognitive e le componenti emotive prevalgono sulla razionalità e ci inducono a percorrere delle scorciatoie, oppure ci polarizzano. Tali distorsioni, o scorciatoie, proprio perché spesso funzionano, possono produrre anche parecchi errori. Ecco quindi che interviene il metodo nudge, il cui obiettivo è quello di orientare meglio le scelte e le azioni delle persone e, nel caso della scuola, dei ragazzi verso comportamenti positivi. Il nudge assume quindi il significato di "spinta gentile". La teoria alla base del suo funzionamento proviene dall'incrocio tra psicologia ed economia ed evidenzia come il contesto possa essere volutamente alterato per far sì che gli individui facciano la scelta migliore. A celebrare l'importanza di questa metodologia didattica è intervenuto il volume di Richard Thaler e Cass Sunstein intitolato "La spinta gentile". Proprio questo libro ha spinto il mondo della scuola ad adottare tale metodologia per far sì che studenti e studentesse compiessero determinate scelte. L'economia comportamentale, disciplina nata verso la fine del XX secolo, unisce psicologia ed economia, con un doppio obiettivo: studiare la maniera in cui le persone assumono determinate scelte e, più di recente, influenzare il processo decisionale a fin di bene. Proprio quest'ultimo è l'ambito del nudging. Ma di cosa si tratta nel concreto? Mettiamo che un genitore, di comune accordo con gli insegnanti, voglia migliorare l'alimentazione del figlio. Se punizioni e rimproveri serviranno a poco, la cosiddetta spinta gentile può centrare l'obiettivo. In che modo? Facendo apparire come una libera scelta l'opzione più sana. Della frutta già sbucciata sul tavolo o una torta fatta in casa potrebbero avvicinare il ragazzo al desiderio del genitore. Quindi, il nudge vuole influenzare il processo decisionale a fin di bene. Gli esperti e la scienza non fanno altro che sottolineare gli effetti positivi di quelli che potremmo chiamare "colpetti in avanti comportamentali", intesi come una ristrutturazione dell'architettura decisionale di un soggetto. Il nudging fa uso di interventi capaci di aiutare e sostenere le scelte senza manipolarle, anzi, rispettando la libertà dell'individuo di decidere secondo i propri valori e la propria coscienza.

 

 

Perché usare il metodo nudge nelle scuole?

 

Usare questa metodologia a scuola ha aperto la porta a nuove forme di apprendimento, che includono aspetti comportamentali, empatici e cognitivi. Del resto, essere gentili in un mondo che corre sempre di più potrebbe rivelarsi importante. La gentilezza è una qualità in grado di salvarci che, insieme all'ottimismo, alla capacità di perdonare, alla felicità e alla gratitudine, andrebbe tutelata per migliorare la salute mentale e fisica delle persone e porre dei rimedi alla progressiva disumanizzazione della società. Insomma, parliamo di vere e proprie medicine naturali, capaci di influire positivamente sulla nostra salute. Il nudging ha quindi deciso di utilizzare tali valori per attuare un programma di modifica comportamentale che si prospetta tra i più efficaci di sempre. Come accennato in precedenza, questo approccio nasce dalle ricerche effettuate dal giurista C. Sunstein e dall'economista R. Thaler. Le pietre miliari del percorso sono due. La prima risale al 2002, anno in cui fu consegnato il Nobel per l'Economia a Daniel Kahneman, in virtù delle sue scoperte circa le cosiddette "scorciatoie mentali", che utilizziamo per assumere decisioni veloci avendo soltanto poche informazioni a disposizione. La seconda pietra miliare dello sviluppo del nudging e dell'applicazione dell'economia comportamentale risale al 2017, quando il Nobel per l'Economia fu assegnato proprio a Thaler, primo teorico del nudge. Ma in che modo i concetti teorizzati possono essere applicati nel contesto scolastico? Gli esempi più immediati riguardano il periodo segnato dalla recente epidemia di Covid-19. Indurre gli studenti e le studentesse ad assumere scelte consapevoli e responsabili, che non mettessero in pericolo la vita di altre persone, è stato fondamentale. Il polo aggregatore per antonomasia è la scuola: è qui che adulti e ragazzi si incontrano, con la possibilità di scambiarsi informazioni, consigli ed opinioni, diventando soggetti attivi del cambiamento. Di recente, è diventato oggetto di formazione per i docenti insegnare a ragazzi e genitori come attuare determinate regole comportamentali. Pensando al settore digitale, sussiste un discreto squilibrio tra le competenze degli insegnanti e quelli di studenti e studentesse, i cosiddetti nativi digitali. In questo caso può esserci uno scambio alla pari: il docente trasmette ai ragazzi consapevolezza e coscienza necessarie per usare al meglio tali strumenti, mentre gli studenti possono insegnare al primo come usare la tecnologia. Uno dei legami più evidenti è quello tra nudging e raccolta differenziata. Il motivo? Questo è un ambito nel quale la "spinta gentile" ha trovato una delle sue applicazioni più interessanti e felici. La raccolta differenziata, infatti, è stata organizzata in modo da fornire tutto ciò che può servire al cittadino per differenziare i rifiuti e convincere anche coloro che inizialmente opponevano resistenza. Ad esempio, possono essere considerate spinte gentili il fatto che i sacchetti per la differenziata vengano distribuiti gratuitamente e, presso alcuni comuni, vengano addirittura consegnati a domicilio. Ecco come piccole modifiche possono produrre un risultato importante e auspicabile.

 

 

Dare il via al cambiamento gentile

 

Avviare il cambiamento vuol dire imparare a convivere con quella che negli anni a venire potrebbe diventare una nuova normalità. Il motore delle nostre scelte potrebbero essere spinte gentili verso comportamenti rispettosi e consapevoli. Del resto, l'economia comportamentale insegna come ogni abitudine possa essere costruita. Così come un ingegnere o un architetto progettano edifici e strutture, la società e la scuola possono progettare un contesto favorevole per un cambiamento gentile. Chiaramente, per spingere questa piccola rivoluzione comportamentale occorrono figure ad hoc, che conoscano bene l'economia comportamentale e le sue strategie. In sostanza, servono tanti architetti delle scelte. All'estero, l'applicazione di questa disciplina non costituisce una novità, mentre in Italia si sta appena cominciando. La scuola di oggi necessita di figure professionali che abbiano una certa dimestichezza con quest'approccio e che siano in grado di mostrare la strada giusta agli studenti, ai genitori e, soprattutto, agli insegnanti.

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