Metodologia didattica Blended Learning: che cos'è e quali sono i suoi benefici

12 gennaio 2024 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

L'Oxford Dictionary definisce il Blended Learning come una metodologia di istruzione nella quale gli studenti imparano attraverso i media online ed elettronici, nonché l'insegnamento tradizionale faccia a faccia. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione digitale, che ha travolto la didattica modificandone radicalmente i connotati. Con la complicità della recente pandemia, infatti, la scuola ha dovuto sperimentare nuovi metodi didattici, tra cui il cosiddetto blended learning. Capirne il significato, comprendere come funziona e quali sono gli ambiti nei quali può essere utilizzato, è fondamentale per sposare nuovi modelli di formazione, necessari per affrontare la realtà attuale.

 

 

Nella scuola di oggi la parola chiave è flessibilità

Per necessità e sulla spinta delle nuove tecnologie, la formazione mista è diventata fondamentale nelle scuole di ogni ordine e grado. Questa implica l'erogazione dell'insegnamento in presenza, ma anche della didattica a distanza, mediante l'uso di determinati supporti digitali e la partecipazione a una learning community online. Rispetto alla formazione tradizionale in aula, questa garantisce l'opportunità di coniugare periodi in cui lo studente è completamente autonomo in termini di auto-formazione. La parola d'ordine nella scuola odierna è flessibilità e il blended learning è una metodologia che usa numerose tecniche di formazione, tese ad agevolare e a migliorare l'apprendimento. L'obiettivo principale è fornire un'esperienza di apprendimento personalizzata e integrata. Ma quali sono le differenze con il più noto e-learning? A differenza di quest'ultimo, il blended learning alterna momenti d'interazione con l'insegnante, spesso all'interno di un'aula fisica o virtuale. Di conseguenza, arricchisce l'apprendimento e migliora il confronto, ottimizzando l'esperienza formativa di ogni studente. Al contrario, l'e-learning risulta una tipologia di formazione asincrona e, quindi, meno efficace rispetto alle possibilità offerte dalla formazione mista.

 

 

Le diverse tipologie di apprendimento misto

Uno dei primi istituti a sperimentare il blended learning è stato il Clayton Christensen Institute, il cui obiettivo era quello di ottimizzare questa metodologia per farne uno standard applicabile in ogni parte del mondo. L'organizzazione non-profit con sede negli Stati Uniti, operante nel campo della ricerca applicata alla formazione, alla sanità e all'economia, ha quindi combinato diversi tipi di apprendimento ibrido, definendone il funzionamento, il potenziale e i margini di miglioramento. Ma quali sono le principali metodologie di formazione facenti capo al blended learning? Nello schema definito Rotation Model, lo studente sperimenta formazione asincrona, in presenza e live, sulla base delle esigenze del formatore e degli studenti. Il metodo detto Flex Model è senza dubbio quello più flessibile, essendo in grado di coniugare formazione online e sessioni dal vivo in aula, usate soprattutto per la formazione personalizzata dello studente. A la Carte Model, invece, è uno schema personalizzato nel quale gli studenti possono scegliere in maniera autonoma quali corsi svolgere a distanza e quali in aula. Infine, Enriched Virtual Model è un metodo di formazione che consente agli studenti di frequentare lezioni erogate con metodi tradizionali e in presenza, per poi completare l'iter formativo online, magari attraverso un test finale o un momento di approfondimento.

 

 

Il blended learning va a buon fine quando insegnamento e tecnologia si completano l'uno con l'altra

Come detto finora, il blended learning annovera diverse metodologie e le combina tra loro rendendole armoniche ma, soprattutto, adatte alle esigenze di studenti e studentesse. Per definire un corso di studi blended learning non basta che un insegnante utilizzi una chat room e vi carichi sopra qualche video lezione: ciò non farà di una classe tradizionale una classe ibrida. In base a quanto suggerito da Education Elements, organizzazione specializzata nello sviluppo di tecnologie di apprendimento ibride, l'apprendimento misto ha successo quando le tecnologie e l'insegnamento si integrano alla perfezione, informandosi a vicenda. Cosa vuol dire? Che il materiale didattico condiviso online diventa dinamico, poiché raggiunge discenti con stili di apprendimento differenti gli uni dagli altri. In sostanza, ogni aula ibrida online può coinvolgere studenti e studentesse in maniera personalizzabile. In uno scenario del genere, l'istruzione online rappresenta una svolta epocale e non un supplemento da utilizzare soltanto quando ve n'è la necessità. Idealmente, quindi, l'insegnamento online e quello offline possono completarsi a vicenda, usando i loro punti di forza specifici. L'apprendimento misto è un mix di nuovo e vecchio, tanto quanto lo è di apprendimento digitale e fisico. Tuttavia, pensare che l'istruzione possa restare quella tradizionale o diventare unicamente digitale è una visione miope della scuola, essendo la formazione didattica un concentrato di esperienze e competenze in grado di espandere gli orizzonti dello studente. Le competenze digitali sono fondamentali oggigiorno e implementarle in un approccio didattico innovativo è il modo giusto per insegnarne l'utilizzo migliore.

 

 

Gli elementi chiave dell'insegnamento ibrido

Il blended learning è la combinazione di più stili e tecnologie ed è reso possibile dalla diffusione dei supporti digitali che garantiscono connessioni da remoto nitide. Il successo di quest'approccio, quindi, è dovuto al miglioramento delle tecnologie, alla diffusione dell'e-learning e dell'apprendimento a distanza, all'uso di strumenti come Google Classroom, Zoom, Skype, Microsoft Teams, Blackboard e Moodle. Tra le tendenze più popolari figura l'uso delle app per la gestione dei corsi, pensate per connettersi online con gli studenti. Le più usate sono Moodle e Blackboard: si tratta di due applicazioni LMS che possono essere integrate con contenuti salvati su cloud o sistemi di gestione dell'apprendimento. Utilizzando queste piattaforme, sia gli studenti che i docenti hanno la possibilità di accedere a corsi, video lezioni, appunti e assegni. Inoltre, possono interagire con colleghi e professori e consultare ulteriori materiali, tra cui articoli accademici e presentazioni in PowerPoint. Un possibile esempio di apprendimento misto vede un gruppo di studenti svolgere lavori di gruppo in classe, quindi tornare a casa per analizzare lo stesso lavoro e consegnare un video affinché venga valutato. È possibile anche seguire un corso online, quindi ricevere tutoraggio in presenza tra una lezione online e l'altra.

 

 

Il blended learning funziona?

Non tutti apprendono alla stessa maniera e programmare l'educazione in maniera personalizzata è fondamentale da questo punto di vista, essendo la metodologia migliore per soddisfare le esigenze del singolo studente. Ormai è assodato come le aule scolastiche tradizionali non riescano a coinvolgere tutti gli studenti. Di conseguenza, il blended learning può costituire uno strumento davvero interessante, realmente in grado di aiutare gli studenti a comprendere meglio determinati argomenti e a sviluppare competenze fondamentali. Del resto, il punto di forza principale del blended learning sta nella sua capacità di trasformare un metodo d'insegnamento trasmissivo come quello tradizionale in un approccio interattivo. Secondo uno studio condotto nel 2020, il blended learning sembrerebbe funzionare. In base ai dati ottenuti, gli studenti esposti contemporaneamente all'istruzione in presenza e a quella online hanno ottenuto un successo maggiore rispetto a quelli attivi in un solo campo.