Come sarà il lavoro nel 2050? Panoramica sul mondo lavorativo del futuro

26 febbraio 2024 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Da sempre, educazione e formazione devono adeguarsi ai cambiamenti della realtà professionale, familiare, comunitaria e nazionale: per rimanere al passo con i tempi, può essere utile prefigurarsi degli scenari futuri, generalmente per un periodo che va dai 20 ai 50 anni. Per avere un'idea di come sarà il mondo del lavoro nel 2050 possiamo prendere come riferimento una sintesi del report UNESCO Re-immaginare i nostri futuri insieme; la base di partenza è costituita dagli ultimi dati aggiornati e dai traguardi finora raggiunti.

 

 

La scuola avrà influenza solo sul lavoro?

I cambiamenti nell'educazione incideranno non solo sulle attività professionali, ma anche su altre aree importanti; ecco quali sono:

ambiente

• rapporto con la tecnologia

economia.

 

Come spesso accade, le modifiche in uno dei settori sopra citati coinvolgeranno anche gli altri.

 

 

Lavoro nel 2050, il ruolo dell'impatto ambientale

L'educazione e il lavoro in funzione del cambiamento climatico sono percorsi già avviati in molte parti del mondo, ma gli obiettivi a cui arrivare entro la prima metà del XXI secolo sono tanti.

 

Secondo quanto stabilito dall'Accordo di Parigi del 2015, le nazioni coinvolte hanno preso l'impegno di non andare oltre un aumento di temperatura di 2°C rispetto al periodo pre-industriale; si tratta di un risultato non proprio semplice da raggiungere, dipendente da diversi fattori. Se, da una parte, c'è la necessità di contenere le emissioni di CO2 e CH4 (metano), dall'altra occorre fare i conti con l'aumento della speranza di vita media (raddoppiata dal 1920 al 2020) e della popolazione mondiale (da 2.5 a 8 miliardi nel periodo 1950-2020), che hanno portato a un aumento dei fabbisogni.

 

Dal 1950 al 2020 i consumi di legna risultano triplicati, quelli di acqua raddoppiati e quelli riguardanti la produzione di cibo sono aumentati di 2.5 volte. Senza interventi tempestivi, nel 2050 si prevede un'ulteriore crescita:

+20-30% di acqua

+35% di cibo

+50% di energia.

 

Uno dei traguardi da raggiungere, quindi, è limitare gli sprechi, riciclare e riutilizzare quanto più possibile: la Terra impiega 1 anno e 8 mesi per rigenerare quanto viene consumato nell'arco di 1 anno. A metà secolo potrebbero esistere molte posizioni aperte nel settore dell'ecologia e dell'ambiente: bambini e ragazzi vanno educati al rispetto della natura, al valore delle risorse e alla ricerca di alternative green.

 

 

Inquinamento e salubrità degli ambienti scolastici e di lavoro

Secondo le attuali statistiche, i morti a causa dell'inquinamento sono circa 9 milioni ogni anno: in molte parti del mondo, andare a scuola e al lavoro può essere rischioso per la salute. Spesso non è disponibile l'acqua sanitaria (oppure è presente, ma non è pulita), non ci sono filtri per il ricambio dell'aria e non viene fatto alcun trattamento per le acque reflue.

 

La situazione si aggrava per le strutture ubicate nelle vicinanze di discariche e rifiuti chimici, in particolar modo nelle aree cosiddette "civilizzate", dove l'alta concentrazione di industrie e l'abitudine a utilizzare i veicoli a motore per gli spostamenti aumentano le emissioni di carbonio. Nelle zone soggette a calamità naturali e in caso di eventi estremi (sempre più frequenti negli ultimi decenni), raggiungere l'istituto o l'azienda può essere molto difficoltoso, se non impossibile. Anche le temperature elevate rendono inaccessibili le scuole, soprattutto nelle aree dove mancano attrezzature e dispositivi per far fronte al caldo.

 

 

Lavoro del futuro e cambiamento climatico, come intervenire?

Le alterazioni del clima influiscono negativamente su precarietà lavorativa, pari opportunità, salute e sicurezza alimentare: penalizzano soprattutto i più poveri e chi è dedito all'agricoltura di autoconsumo. Gli obiettivi educativi, inoltre, finora sono stati perseguiti con comportamenti non sostenibili, particolarmente nelle aree del mondo in cui le persone sono più istruite.

 

Per invertire la rotta è indispensabile concentrarsi di più sull'acquisizione di comportamenti adeguati al rispetto dell'ambiente; la sensibilizzazione dovrebbe avvenire fin dall'infanzia, sulla falsariga di iniziative come la Giornata della Terra (Earth Day) e l'integrazione di abitudini sane nel quotidiano.

 

 

Impatto del digitale nel lavoro del futuro

Tecnologie, lavoro e sostenibilità non sono incompatibili: bisogna equilibrarli e cercare di superare il divario attualmente presente tra chi ha padronanza del digitale e chi non conosce le ultime innovazioni. Internet e computer hanno cambiato significativamente il modo di lavorare e di studiare, ma continueranno a farlo anche nel 2050.

 

In tale ambito, l'obiettivo è raggiungibile apportando modifiche graduali, in quanto il gap di alfabetizzazione digitale è, a livello mondiale, ancora piuttosto ampio; lo abbiamo constatato nel periodo dell'emergenza sanitaria, quando la DAD era accessibile soltanto a chi aveva a disposizione una connessione di rete e un dispositivo munito di videocamera per collegarsi. D'altra parte, bisogna essere consapevoli dei limiti legati alle tecnologie digitali: queste ultime possono influire su decisioni e azioni, agevolare l'approvvigionamento dati e renderlo veloce, oltre che economico. Tuttavia, esse non consentono l'accesso al sapere e ai modi di imparare non tecnologici, ad esempio basati sull'esperienza diretta. Un altro rischio è quello di sostituire completamente le modalità di apprendimento tradizionali con quelle più recenti, per esempio nella lettura: l'abitudine di scrivere e leggere dallo schermo del PC (o dall'e-reader) potrebbe rendere difficoltose le stesse operazioni su un quaderno o un libro in formato cartaceo. Da non dimenticare l'impatto delle fake news sull'attendibilità delle informazioni, dei social sull'indebolimento dell'identità di gruppo, del micro-targeting nell'analisi dei dati e, di conseguenza, sulla privacy. Per tali ragioni è meglio integrare l'uso di nuovi strumenti a quelli utilizzati da sempre, in modo da non prediligere una modalità a discapito dell'altra e promuovere il pensiero creativo fin dall'infanzia.

 

 

Lavoro nel 2050, economia e attivismo

Il report UNESCO ha messo in evidenza i cambiamenti relativi all'occupazione: si prevede una graduale riduzione del lavoro dipendente e dei contratti a tempo indeterminato, contemporaneamente a un aumento di collaborazioni a giornata, costituzione di nuove imprese e inserimento di professionisti autonomi.

 

Forse ciò è dovuto alla disomogeneità delle variazioni demografiche e all'aumento della speranza di vita media; Europa e Nord America avranno un'alta percentuale di persone anziane (seguite da Asia, Isole Caraibiche e America Latina), mentre in Africa circa il 50% della popolazione avrà meno di 25 anni. Si prevedono, quindi, periodi lavorativi sempre più lunghi, flussi migratori e grandi gruppi di non lavoratori a carico di chi produce reddito.