Parlare di sessualità in classe. Gli strumenti che fanno la differenza
Nonostante l’educazione sessuale abbia un’indiscutibile importanza per lo sviluppo sano dei giovani e per prevenire comportamenti abusanti, affrontare il tema della sessualità con gli adolescenti è una sfida che molti e molte insegnanti vivono con disagio. Ne deriva un vuoto informativo che ragazze e ragazzi tendono a colmare attraverso canali non sempre affidabili, spesso su internet o affidandosi ai coetanei, come dimostra la ricerca realizzata da Webboh Lab in collaborazione con l'istituto di ricerca Sylla per Parole O_Stili. Questo espone gli adolescenti a informazioni imprecise, stereotipi dannosi e potenziali pericoli.
Perché questo disagio?
Il disagio che proviamo nell'affrontare temi legati alla sessualità ha radici profonde. In primo luogo, esistono retaggi culturali e sociali che hanno relegato la sessualità a un argomento privato, a una sfera intima estranea a un contesto scolastico.
Un altro elemento significativo è la paura di oltrepassare confini professionali o di invadere lo spazio educativo delle famiglie: molti insegnanti temono reazioni negative da parte dei genitori.
La formazione innanzitutto
Per affrontare questi temi in modo sereno ed efficace in classe bisogna innanzitutto investire nella propria formazione. Acquisire conoscenze aggiornate e scientificamente accurate aumenta la sicurezza nel parare di questioni delicate. Conoscere i temi principali – dall’anatomia alla contraccezione, dall’identità di genere alle emozioni connesse alla sessualità – aiuta a rispondere alle domande in modo pertinente. È altrettanto importante lavorare per riconoscere e per superare eventuali pregiudizi personali.
Un atteggiamento aperto e consapevole
Un altro elemento importante è adottare un atteggiamento aperto e informato. Essere a proprio agio con l’argomento aiuta a trasmettere alla classe un messaggio chiaro. È fondamentale poi stabilire regole per la discussione, basate sul rispetto reciproco e sulla riservatezza. Studenti e studentesse devono sentirsi liberi di fare domande senza timore di essere giudicati o ridicolizzati.
Il linguaggio? Chiaro, neutro e rispettoso
E ancora: usare un linguaggio appropriato, corretto ma accessibile, è essenziale per creare un clima di fiducia. Per esempio? Invece di ricorrere a parole infantili o gergali, è meglio scegliere termini come "pene", "vagina", "contraccezione" o "orientamento sessuale". Normalizzare i termini anatomici corretti aiuta studentesse e studenti a sviluppare un vocabolario adeguato per parlare del proprio corpo senza imbarazzo.
No alle lezioni frontali
Role-playing, discussioni guidate, casi studio e attività di gruppo rendono l'apprendimento più coinvolgente. Queste metodologie permettono a studentesse e studenti di esplorare situazioni e dilemmi in un contesto sicuro. In questo ambito il progetto Domande Scomode at school offre materiali utilissimi: dai webinar interattivi, ai concorsi educativi, dai giochi tematici alla possibilità di fare domane in anonimato a una ginecologa. C’è poi una ricerca realizzata da Save the Children con Ipsos che esplora con molti dati e approfondimenti il tema dell’educazione sessuale: si tratta di una lettura illuminante per chi voglia affrontare i tanti temi legati alla sessualità con efficacia.
Non siamo robot
Ricordiamoci che non è necessario avere tutte le risposte: mostrarsi aperti all'ascolto e al dialogo, e pronti a cercare insieme informazioni accurate è altrettanto importante quanto fornire conoscenze. L'obiettivo non è tanto l'assenza di imbarazzo, quanto la capacità di gestirlo, trasformandolo in un'opportunità educativa per discutere anche di emozioni e vulnerabilità.