Celebriamo la Giornata Mondiale per la Diversità Culturale

10 maggio 2021 5 minuti
OCCHIO ALLE ISTITUZIONI

Il 21 maggio si celebra la "Giornata Mondiale per la Diversità Culturale, il Dialogo e lo Sviluppo", istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 57/249 del 2002, in occasione della pubblicazione della Dichiarazione Universale della Diversità Culturale. Un evento simbolo nel mondo della cultura che ha finalmente riconosciuto il bisogno di implementare le potenzialità culturali per ottenere uno sviluppo sostenibile, prosperità globale e convivenza serena tra i popoli anche con lingua, costumi, cultura, religione e usi diversi. Un modo per diffondere l'idea che la diversità è fonte di ricchezza e prosperità sociale ed economica, soprattutto quando si parte dalla Scuola e dagli ambiente più comuni.

 

La scelta di dedicare un giorno dell'anno per celebrare le diversità culturali anziché demonizzarle costituisce un importante passo in avanti per la società, che prende coscienza che la cultura assume diverse forme che variano in base allo spazio e al tempo. Laddove "diversità" non è motivo di contrapposizione ma di scambio, creatività e innovazione, che è necessaria per la natura quanto per l’umanità. Un principio sancito dall’art. 1 della Dichiarazione e che ha trovato largo riconoscimento tra i diversi leader politici, tanto da istituire il 21 maggio come occasione per il dialogo e l’apertura. Un evento cult per imparare ad accettare le diversità combattendo gli stereotipi con i piccoli gesti di dialogo, come cucinare il piatto tradizionale di una cultura lontana, ascoltare musica di un paese straniero, imparare un saluto o un proverbio tipico di un altro paese o vestirsi con gli abiti folkloristici di una Nazione. Ecco, talvolta servono gesti semplici e quotidiani per aprirsi all'altro, abbattendo i pregiudizi e puntando all'apertura e al riconoscimento della diversità come ricchezza. La giornata, infatti, ha lo scopo di sostenere le differenze culturali senza giudizi etnocentrici ma nella libertà di pensare in grande e senza confini, consapevoli che la diversità può portare piccoli squilibri momentanei che si superano attraverso il dialogo e il riconoscimento del valore di ogni cultura.

 

Per comprendere la portata del fenomeno bisogna considerare il contesto storico nel quale è stata scritta la Dichiarazione, un momento difficile per il mondo intero, che si ritrovava a dover fare i conti con le conseguenze politico-sociali degli attacchi dell’11 settembre negli Stati Uniti d'America, uno squarcio spazio temporale che ha cambiato il nostro modo di pensare e di guardare l’altro. Eppure, nel cuore dell’uomo c’è ancora spazio per l’accoglienza dell’altro, soprattutto quando si parla di minoranze da proteggere e coltivare per contrastare la tendenza a standardizzare che è fondamento della globalizzazione. Elementi indispensabili per determinare le identità collettive e individuali, salvaguardandole nel rispetto della dignità di ogni uomo per favorire l’accesso libero alla cultura di un paese o di una comunità. Si tratta, a titolo esemplificativo, del diritto riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nell'art. 27, nel quale si contempla: "Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici". Si ritiene, infatti che sebbene la rivoluzione tecnologica abbia reso accessibili il commercio e le forme artistiche e culturali straniere, vi sono ancora ambiti nei quali è difficile trovare un’apertura come, ad esempio, i diritti riconosciuti alle donne, alle minoranze o agli svantaggiati, messi ancora ai limiti della società. L’influenza del Covid-19 nel mondo culturale

 

Una delle attività messe a punto dall’UNESCO per uscire da questo lungo impasse culturale è quello della Rete delle Città Creative, che coinvolge 180 città appartenenti a 72 diversi Paesi per promuovere uno sviluppo urbano condiviso e sostenibile, focalizzandosi sulla creatività e sulla cooperazione dinamica delle città dell’intero globo. 

Non possiamo negare la rivoluzione sociale a cui ha dato vita il Covid-19: molti eventi culturali sospesi, pratiche folkloristiche comunitarie annullate, Scuola chiusa e siti culturali abbandonati a loro stessi. Un blocco politico, sociale ed economico che ha colpito il mondo intero, mostrando le enormi differenze che ancora esistono tra un Paese e l’altro. Una disuguaglianza che rischia di aumentare e aggravarsi a causa dei problemi economici che il lockdown ha causato. In un clima di frustrazione, dubbio e paura come quello che tutti hanno vissuto, il mondo sembra essersi rifugiato maggiormente nella cultura come zona di connessione, conforto e benessere. Lo si evince dall’implementazione notevole ai contenuti culturali online, dalle visite ai musei virtuali fino all’organizzazione di cori comunitari in streaming, un forte segnale di resilienza da parte di tutte le comunità del mondo e un insegnamento per tutti noi: i periodi di crisi offrono l’occasione di rinascere culturalmente facendo esplodere creatività e originalità. Un punto di partenza comune che ha aperto gli occhi sul ruolo della cultura e della condivisione nonostante le distanze e le diversità, che in tal modo diventano risorsa fondamentale per ridurre gravi situazioni di povertà e mancanza di sviluppo sostenibile partendo proprio dalla scuola che deve diventare multiculturale. Attività che portano al conseguente riconoscimento e accettazione della diversità tra culture, mediante l’uso di tecnologie, dell’informazione e dei media che facilitano il dialogo pacifico tra culture e civiltà, in un clima di comprensione reciproca e rispetto per le differenze.

 

Progetti e prospettive per celebrare il 21 maggio in modo davvero consapevole

Diventa necessario, in tale contesto, un programma sistematico per favorire la multiculturalità tra i più giovani, negli ambienti che frequentano e dove ci sono occasioni di scambio culturale e sociale, come la Scuola. Un progetto ambizioso che ha fatto passi molto lenti ma graduali e continui e intende avvicinarsi sempre di più all’obiettivo: accettazione e prosperità nonostante le differenze. Nella scuola, in particolare, l’UNESCO ha predisposto un manifesto programmatico, contenuto nella "Convenzione dell'UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali" pubblicata nel 2005, dove si pongono 4 obiettivi:

  • sostenere sistemi equilibrati e sostenibili di governance per la cultura, rendendola accessibile a tutti attraverso adeguati strumenti economici e sociali
  • conquistare un flusso di beni e servizi equilibrato, aumentando la mobilità di professionisti della cultura e di artisti e rendendo accessibile la cultura a tutti gli strati sociali, per formare le nuove generazioni e donare loro un pensiero critico, rendendoli cittadini del mondo e non schiavi dei loro confini
  • assimilare le differenze culturali nei quadri di prosperità e sviluppo sostenibile per essere esempio di multiculturalità, uguaglianza e abbattimento degli stereotipi più dannosi
  • promuovere le libertà fondamentali e i diritti umani già nella scuola, per favorire e garantire accettazione, uguaglianza e libertà interiore.

 

È giunto il momento di capire che una cultura unica, così come il pensiero unico o una religione unica trasformerebbe il mondo in un luogo statico e sterile, senza smottamenti e obiettivi di crescita. Lo possiamo vedere all’interno delle classi dove coesistono diverse etnie, dove il dialogo diventa vivace, culturalmente orientato alla crescita e formativo per tutti. Nessuno deve sentirsi padrone di un confine solo perché vi è nato ma gli è richiesto, invece, di sforzarsi di creare un un ambiente di apertura verso l’esterno, di dialogo e riconoscimento del valore dell’altro, pur mantenendo ben radicate le proprie origini e il proprio background culturale e sociale.

In tale direzione, l’UNESCO ha proposto alcune attività guida sul suo sito, come l’iniziativa di condividere storie ed esperienze di resilienza nel contesto pandemico che abbiamo vissuto o di trasmettere alcuni webinair sul tema della multiculturalità che si terranno il 21 maggio. Proposte che lasciano ampi spazi di libertà ai docenti di tutte le scuole per iniziative semplici ma significative che sappiano aprire la classe alle differenze, con attività che possono spaziare dalla visione di filmati ad attività ludiche che riescano a coinvolgere tutti in un clima di condivisione.

Solo in questo modo la Giornata Mondiale per la Diversità Culturale diventa un canale libero per diffondere il messaggio di condivisione e apertura, un obiettivo che diventa sempre più pressante in un clima di dialogo e rispetto delle diversità in un mondo in continua evoluzione.