Uscire dall'emergenza. Le proposte per la scuola.

07 maggio 2021 4 minuti
OCCHIO ALLE ISTITUZIONI

La didattica a distanza, come sappiamo, ha dato modo ai ragazzi di scoprire un nuovo metodo di lezione e apprendimento, però, alcuni non sono riusciti a stare al passo sviluppando il tanto temuto deficit di apprendimento e diversi problemi riconducibili alla mancanza di contatto fisico con compagni e docenti.

 

Quali sono i rimedi da adottare?

Per evitare conseguenze gravi a carico degli studenti, nel post pandemia è necessario mettere in campo un piano che contenga tutte le problematiche che, nel periodo corrente, si sono fatte sempre più evidenti. Ad esempio è calata la partecipazione ma anche il livello di motivazione, competenza e conoscenza.

Per riequilibrare la situazione dei ragazzi è importante servirsi di ogni risorsa utile per realizzare un miglioramento delle condizioni del sistema scuola ma, attenzione, pensando al lungo periodo. Situazione attuale della scuola e quali rimedi

Per poter stilare delle proposte concrete è essenziale valutare la situazione attuale. Se in molti pensano che questi interminabili mesi siano stati una vera e propria "vacanza", sicuramente, si stanno sbagliando. Infatti personale scolastico e Ata, studenti e famiglie, sono stati sempre impegnati nel loro lavoro, cercando di svolgerlo nel migliore dei modi.

Pertanto va detto che le scuole non hanno mai davvero chiuso, al contrario, hanno garantito la possibilità di accrescere la cultura dei ragazzi con rimedi ad hoc. Ma come? Con la modalità in presenza, a distanza o con un sistema misto, laddove permesso. L’obiettivo, come sempre, è garantire il diritto allo studio.

Per il futuro, però, è importante mettere in campo nuove idee, risorse economiche e strumentali. Si tratta, infatti, di una priorità poiché una buona cooperazione tra regioni e organi centrali, può aiutare a eliminare le differenze sostanziali tra i ragazzi ma anche tra i vari metodi di apprendimento adottati finora. Il compito, ovviamente, spetta a voi insegnanti in primis.

Sulla base di tali premesse è arrivato il momento, finalmente, di sganciarsi dal vittimismo della didattica a distanza e di pensare solo a una ripartenza con un nuovo spirito, quindi, puntare tutto su proposte e nuove tecniche di apprendimento che possono anche contemplare l’istruzione a distanza ma, ovviamente, meglio regolamentata.

Scopriamo tutti i possibili provvedimenti da prendere in accordo con enti, istituzioni e territorio.

 

La sinergia con il territorio

Prima di tutto è necessario non perdere mai di vista lo stato d'animo dei ragazzi e l'annoso problema della dispersione scolastica. Per rimediare a tale punto che, come potete capire, si accentua in alcune particolari zone del nostro Paese, è bene dare loro nuovi stimoli.

Se la didattica a distanza non è riuscita ad arginare il naturale calo motivazionale, le disuguaglianze sociali e il conseguente deficit di apprendimento, in futuro, bisogna incentivare l’inclusione sociale ripartendo proprio tra le differenze culturali tipiche di un territorio ma in maniera consapevole.

È bene tenere conto delle differenti aree geografiche e studiare un percorso formativo adatto per includere le fasce più svantaggiate. Pertanto ogni regione deve sapere come far funzionare l’istituzione scolastica nei limiti della sua competenza, facendosi forza con un coordinamento centrale efficiente. Quindi diventa necessario lavorare con maggiore trasparenza, ottimizzando le energie e le risorse utili per eliminare ogni genere di disuguaglianza e inefficienza. Ripartire da un nuovo concetto di tecnologia

La pandemia ha insegnato che la tecnologia è uno strumento su cui puntare in futuro. Bisogna incentivarne un uso consapevole ma prima bisogna partire con dei corsi formativi, in primis, destinati a voi docenti. Infatti per poter insegnare in maniera efficace a ogni studente è bene acquisire una metodologia diversa e più incisiva, ovviamente, differente rispetto al modello frontale.

Allo stesso tempo bisogna mettere ogni ragazzo nelle condizioni di poter avere a propria disposizione sempre gli strumenti adatti che garantiscono maggiore inclusione digitale. Lo scopo è ritrovare il giusto coinvolgimento nelle innovative attività scolastiche.

I mezzi tecnologici, però, vanno utilizzati sempre secondo metodi consapevoli, studiando contenuti di facile comprensione. Per farlo bisogna promuovere un’azione di produzione sistematica di contenuti qualitativamente elevati ma accessibili a chiunque. Per tale ragione è bene servirsi di istituzioni adeguate ma anche di soggetti editoriali sia privati che pubblici, attivi nel campo scolastico.

 

Il ruolo delle famiglie

E le famiglie che ruolo potranno avere nel prossimo futuro? Se, finora, il loro ruolo è stato considerato sempre marginale, nei prossimi anni, potrebbe cambiare l'apporto educativo anche dal punto di vista scolastico.

Grazie allo studio di nuove attività è possibile permettere a mamme e papà, una partecipazione attiva in eventi culturali, coadiuvandone l'organizzazione di attività come gruppi di lettura, lezioni aperte, discussioni e altre iniziative formative di natura permanente.

 

Il compito delle istituzioni

Per realizzare alcuni degli obiettivi suddetti è necessario che le Istituzioni scolastiche supporti tali iniziative mettendo a disposizione degli spazi specifici per gli studenti.

Attraverso una sinergia con le regioni è possibile individuare dei siti da destinare a a biblioteche scolastiche e non solo. Infatti è possibile trasformare tali spazi anche in laboratori dedicati ad attività di supporto allo studio, didattica e promozione.

Ogni alunno deve avere, grazie al giusto supporto, strumenti sempre nuovi per poter accrescere il suo livello di documentazione, ricerca, utilizzo delle fonti ma anche approfondimento di interessi personali. In questo modo anche il dialogo tra famiglie e territorio ne può beneficiare.

L’istituzione scolastica centrale, però, deve garantire anche una revisione degli spazi scolastici, evitando la formazione di nuove "classi pollaio" impossibili da seguire, in maniera adeguata, per voi docenti. Pertanto bisogna ripensare gli ambienti, le strutture scolastiche, rendendo visivamente più accattivante il tutto e mettendo sempre al centro il gruppo dei ragazzi.

 

Come combattere la disuguaglianza sociale e culturale

Per favorire l’integrazione culturale e sociale di ogni studente, è necessario rafforzare l’istituzione scolastica a ogni livello. Per farlo ci si può servire di ogni mezzo, compresi alcuni organi di servizio pubblico, adatti per favorire la realizzazione dell'obiettivo.

A beneficiare del bonus cultura, fino ad oggi, sono stati solo i diciottenni. Per tale motivo bisogna cercare di estendere il vantaggio anche alla fascia d'età che copre dai 14 fino ai 18 anni. Grazie a delle carte di credito culturali e formative è possibile incentivare l'acquisto di strumenti adatti per favorire l'apprendimento, ovviamente, adeguato al proprio target di riferimento.

 

Perché puntare su un piano di lungo periodo

Tutte le proposte esaminate, se realizzate in un periodo variabile dai due ai tre anni, potrebbero favorire la creazione di un contesto scolastico del tutto innovativo e maggiormente efficiente.

Per concretizzare gli obiettivi già elencati, quindi, è bene svincolarsi dalla tradizionale visione della scuola che, attenzione, non è più solo un luogo da frequentare obbligatoriamente per nove mesi. Infatti ciò che si punterebbe a creare è un vero e proprio laboratorio culturale aperto 365 giorni all’anno.

Ovviamente diventa assolutamente necessario farsi supportare sempre da progetti ben coordinati che vanno ben oltre le solite iniziative occasionali e, a volte, organizzate in maniera sommaria. Infatti grazie a un lavoro integrato tra istituzioni, docenti, enti e studenti, è possibile coinvolgere e cambiare il sistema scolastico nella sua interezza.