La scuola in Giappone: come funziona e quali caratteristiche ha

29 luglio 2021 5 minuti
SCUOLE NEL MONDO

La scuola giapponese rappresenta per i ragazzi una vera e propria esperienza di vita orientata alla disciplina, alla perfezione e alla sana competizione, con il preciso intento di fare sempre meglio in ogni contesto attuale e futuro: scolastico, lavorativo, sociale, artistico.

 

Come funziona la scuola in Giappone

 

La scuola dell'obbilgo in Giappone arriva fino all'età di 15 anni, ma fin da bambini il percorso formativo appare rigido e intenso. La concezione scolastica nipponica prevede che i ragazzi vengano istruiti anche dopo il classico orario in aula. Per questo, sono moltissime le famiglie che durante il pomeriggio aderiscono a percorsi di approfondimenti e ripetizioni in modo che gli studenti, fin dai 6 anni, siano quanto più possibile predisposti per le lezioni dei giorni seguenti, proponendosi all'insegnante con una preparazione impeccabile. Questo vale fino all'età universitaria e anche dei master successivi. Ecco come si struttura il sistema scolastico giapponese:

  • Asilo (non obbligatorio ma fortemente consigliato): dai 3 ai 6 anni di età
  • Scuola elementare (obbligatoria): dai 6 ai 12 anni di età
  • Scuola media di primo livello (obbligatoria): dai 12 ai 15 anni di età
  • Scuola media di secondo livello (non obbligatoria): dai 15 anni ai 18 anni di età
  • College universitario oppure scuola professionale: dai 18 ai 22 anni di età
  • Specializzazione (master, dottorato, costi specializzati, a pagamento): dai 22 ai 24 anni di età

 

Se da un lato l'intero sistema scuola del Giappone appare severo e non certo morbido, costringendo i giovanissimi a rinunciare a moltissimo tempo per loro stessi, è altrettanto vero che la formazione umana e culturale che ne deriva rasenta l'eccellenza mondiale, contribuendo a formare un tessuto lavorativo nipponico preparato, competitivo e altamente qualificato. Non per nulla la percentuale di analfabetismo del Giappone è inferiore all'1% e il merito va proprio agli insegnamenti impartiti nelle scuole Giapponesi e alla loro visione dell'istruzione.

 

La scuola materna giapponese

 

L'asilo in Giappone non è obbligatorio ma nonostante questo è frequentato dalla stragrande maggioranza dei bambini. I genitori, infatti, scelgono di inizializzare il piccolo al percorso scolastico, dall'età di 3 anni. Alla scuola dell'infanzia i piccoli si presentano in divisa il cui intento è far capire loro che non sono in un contesto casalingo, ma in un luogo insieme ad altre persone tutte uguali che meritano rispetto. I momenti di svago sono diversi, ma vi è anche un tempo propedeutico all'apprendimento. Molte scuole materne si servono già di libri e quaderni, anticipando i tempi scolastici e mostrando ai bambini i primi rudimenti della lettura e della scrittura in modo da facilitare il successivo inserimento alle scuole elementari. Un'altra funzione dell'asilo è quello di aiutare i bimbi a familiarizzare con la fonetica della lingua, accelerando la comprensione del testo e la percezione del significato delle parole.

 

Le scuole elementari e le medie

 

A 6 anni i piccoli bambini nipponici entrano nel mondo scolastico attraverso la "Shogakko", ovvero l'equivalente delle scuole elementari, che però si protrae fino all'età di 12 anni. Prima ancora di iniziare sono molti i bambini che già hanno confidenza con libri e quaderni, in quanto chi arriva dall'asilo (fin dai 3 anni) possiede una preparazione differente. In tale contesto il compito dell'insegnante è agevolato. Fin dai primi mesi scolastici l'insegnamento propone un approccio multilingue, affrontando in tempi brevi lo studio di materie chiave per la formazione culturale della persona e l'insegnamento di una lingua straniera. Lo Stato offre supporto alle strutture scolastiche e alle famiglie, fornendo gratuitamente tutto il materiale necessario e senza chiedere il pagamento di alcuna retta Una classe elementare della scuola in Giappone è composta generalmente da oltre 30 bambini per fare in modo che imparino a socializzare tra loro più facilmente e osservino le regole con rispetto. La filosofia giapponese che vige nelle scuole e nel corpo docente, insegna come ciascuno deve prendersi cura non solo del proprio spazio, ma anche di quelli altrui. Per tale motivo le pulizie sono d'obbligo una volta terminate le lezioni.

 

Le scuole medie in Giappone

 

Terminate le scuole elementari, a 12 anni si passa alle scuole medie inferiori, ovvero le "Chugakko". Qui si migliora decisamente l'approccio con l'inglese e il sistema scolastico propone alle famiglie un percorso studio che potrebbe portare il ragazzino lontano da casa per studiare. Sono molte le possibilità di esperienze formative altrove per qualche settimana, in modo che sia possibile far conoscere allo studente una realtà diversa, abituandolo a relazionarsi con persone al di fuori della usuale cerchia. Le scuole medie superiori rappresentano lo step successivo (non obbligatorio) richiedendo la frequentazione da 15 a 18 anni, fino al compimento della maggiore età. Questa seconda fase, denominata "Kotogakko", spinge l'allievo verso un ulteriore salto di qualità a livello culturale. Lo scopo di questi tre anni è quello di dare ai ragazzi un insegnamento molto più approfondito e tecnico, in grado di formare la persona soprattutto a livello lavorativo. Per fare questo è palese come il numero di ore di lezione possa aumentare, richiedendo allo studente un impegno extra anche nel periodo in cui si trova fuori dal contesto scolastico. Sebbene questo step non rappresenti un obbligo, è seguito dalla quasi totalità dei ragazzi (meno del 3% rinuncia al proseguimento degli studi). Una volta che il percorso formativo è giunto al termine, allo studente si presentano due possibilità, entrambe con un tempo che può variare da un minimo di due anni fino ad un massimo di quattro: la prima interessa la frequentazione dell'università giapponese (i cosiddetti College), la seconda rimanda invece all'iscrizione a scuole tecniche (chiamate in generale "Senmongakko") che preparano la persona a diverse professioni lavorative.

 

L'università giapponese

 

I mitici college ci sono anche in Giappone e sono molto difficili, selettivi e fortemente competitivi. Innanzitutto per entrarci è richiesto il superamento di esami particolarmente complessi, al punto che, mediamente, solo la metà dei partecipanti riesce ad accedervi con successo. Diversamente, non esiste la classica tesi di laurea: non risulta quindi alcun test che attesti l'uscita ufficiale dal college giapponese. Il percorso di studi termina nel momento in cui sono stati sostenuti positivamente tutti gli esami previsti per le singole materie. La selezione all'ingresso è dura, ma una volta entrati, l'uscita non richiede particolari prove da superare al termine dei corsi. I corsi universitari prevedono una durata indicativa di quattro anni con la possibilità di sostenere gli esami durante le sessioni che praticamente sono aperte per 11 mesi.

 

In generale nella scuola in Giappone, non prevale il concetto di esame orale. Questo si verifica veramente poche volte e quando lo si deve affrontare, solitamente, è a supporto di uno scritto. E' proprio quest'ultima forma che prevale nella maggior parte dei casi. Volendo, lo studente potrebbe anche terminare i suoi studi al termine di questi anni universitari di primo livello (che corrisponde alla "nostra" laurea triennale), ma potrebbe pure decidere di proseguire il proprio percorso formativo. Sono molte le opportunità che prevedono master, corsi di specializzazione, esperienze di dottorato: tutti molto costosi ma altrettanto formativi, aumentando in maniera esponenziale la possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.

 

Le ripetizioni scolastiche

 

Come accennato in precedenza, la visione scolastica giapponese prevede una preparazione elevata per lo studente. Esistono, a tal proposito, delle scuole speciali (denominate "Juku") il cui compito è quello di preparare l'allievo agli esami di ammissione e fornire una consolidazione alle conoscenze apprese durante le lezioni. Gli orari devono essere compatibili con gli impegni studenteschi e, per questo, i corsi si tengono alla sera, quando l'impegno scolastico quotidiano è ormai terminato per tutti. Queste strutture sono di natura "privata" e come tali richiedono il pagamento di una quota che le famiglie versano volentieri perché significa innalzare il livello qualitativo culturale dei propri figli. Si potrebbe pensare che le Juku sono dedicate unicamente ai ragazzi delle medie o dell'università, ma la realtà è ben diversa: sono molte le aule che vedono impegnati anche i piccoli delle elementari. Chi partecipa a queste lezioni di recupero o di approfondimento, arriva a sostenere complessivamente anche 12 ore di scuola al giorno. Solitamente le lezioni serali presso le Juku terminano intorno alle ore 22 o 23.