5 consigli pratici per organizzare l’attività didattica all'interno di una classe

03 settembre 2021 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Fare l’insegnante non è mai stato semplice e oggi la situazione sembra essersi molto complicata: le classi sono sempre disomogenee e mentre un gruppo sembra dare esso stesso l’input ai docenti per la costruzione di una didattica di successo, un’altra parte della classe si mostra disinteressata e demotivata, rallentando i progetti e diminuendo l’entusiasmo anche degli altri.

In queste situazioni, la competenza e la passione del docente sembrano essere la soluzione a ogni criticità, un professionista in grado di fornire gli stimoli giusti, di programmare le lezioni in modo meticoloso, capace di gestire la classe efficacemente e di risolvere quelli che tecnicamente vengono definiti "comportamenti problema". Si tratta di situazioni critiche che sopravvengono in classe a causa della ridotta motivazione degli studenti al percorso di apprendimento adottato. Casi in cui non bastano strategie accuratamente elaborate e lezioni progettate nei minimi particolari, ma un atteggiamento positivo nonostante la situazione difficile e un lavoro di squadra tra tutti i docenti fortemente intenzionati a riportare l’ordine e la disciplina.

A parte situazioni marginali di grande difficoltà, è possibile organizzare l’attività didattica in classe seguendo alcuni consigli pratici, che uniti alla passione dell’insegnante e una grande forza di volontà, riusciranno a portare ottimi risultati in termini di apprendimento e di gratificazione.

 

I 5 punti su cui lavorare in classe per un’attività didattica di successo

Nonostante le difficoltà che normalmente si presentano, la Scuola resta sempre un punto di riferimento fondamentale per i ragazzi, le famiglie e l’intera società. Molte responsabilità vengono addossate al corpo docenti che spesso deve farsi carico di situazioni davvero pesanti per ottenere una didattica di successo, per questo è importante seguire 5 step per organizzare al meglio le lezioni, vediamo quali.

 

1. Gestire bene la classe attraverso un’idonea comunicazione

Secondo i più autorevoli pedagogisti del nostro secolo, una corretta gestione della classe parte dalla costruzione di relazioni significative tra gli alunni e gli insegnanti, ma anche tra la classe e i colleghi e ovviamente le famiglie. Imparare "come si comunica" e farlo nel modo più corretto favorisce lo sviluppo emotivo tra gli allievi, appiana le difficoltà sul nascere e consente di condurre la classe in modo multiculturale affrontando diversità etniche e bisogni educativi speciali nel modo più corretto. È importante che l’insegnante comprenda che deve creare un gruppo e più questo sarà unito maggiori saranno i risultati anche nella didattica. Dare vita a un team è senza dubbio anche questione di tempo, ma si può accelerare il processo elaborando attività di gruppo, momenti di condivisione e tutto ciò che può generare socialità. Lavorare con una squadra significa insegnare a tutti e non solo al gruppo di élite che dà più soddisfazioni e risponde in modo immediato agli stimoli offerti della didattica. Questo è il vero successo di un insegnante, creare unione e affiatamento offrendo stimoli e incoraggiamenti continui.

 

2. Progettare la lezione: strategia nel linguaggio e setting

Nonostante l’esperienza che caratterizza molti docenti, è importante costruire la lezione progettando ogni particolare. Le discipline che si insegnano sono dinamiche come la società nella quale si inseriscono, per questo è necessario aggiornarsi in modo costante e ossessivo, verificare se ci sono state evoluzioni, cambiamenti, metodi di approccio differenziati e tutto ciò che la velocità del nostro universo provoca. Ma questo non basta, dopo aver programmato bene l’argomento, il docente deve sempre tenere a mente che parla nello stesso tempo ai singoli e alla classe intera. Questo significa che dopo tanto lavoro a casa ci si può trovare con difficoltà pratiche anche solo a esporre il tema a causa di disturbi, chiacchiericci e piccole insubordinazioni. Per evitare tale tipo di problemi è importante anche stabilire la struttura della classe. Alcuni pedagogisti americani di fama mondiale, ad esempio, stanno spingendo da anni per la destrutturazione della classica posizione frontale dei banchi a favore di forme circolari o a ferro di cavallo che facilitano il contatto diretto con l’insegnante e con "tutti" i compagni di classe. Si potrebbe optare per tali posizioni anche solo per un circle time a fine lezione o per la fase del brain storming, qualora si decidesse di introdurla nelle proprie ore.

 

3. Motivare ad apprendere: occhio alla parte debole della classe

Probabilmente rappresenta il punto dolens della questione e il più difficile da porre in atto. Motivare a imparare, a progredire culturalmente e a migliorare nella didattica, significa nel contesto classe dare possibilità a tutti di apprendere attraverso l’interazione. Cosa significa? Nel gruppo c’è sempre chi è pronto a rispondere alle domande dell’insegnante, chi finisce prima gli esercizi, chi prende sempre voti alti e chi ha una capacità di linguaggio più "pronta" rispetto agli altri. Di contro, c’è sempre una parte di alunni che è timida, non riesce a interagire perché presenta difficoltà a esprimersi in pubblico, non parla correttamente o semplicemente è meno bravo. Il compito dell’insegnante è quello di motivare, motivare e motivare spronando questa parte della classe a rispondere e a interagire anche se sbaglia. Chi non si sente all’altezza, infatti, non si propone mai e se lo fa si espone a errori che lo chiudono sempre di più coinvolgendolo in un circolo vizioso che crea silenzi, allontanamenti e arretramenti nella didattica. In tale contesto, il ruolo del docente è quello di incentivare la partecipazione di questa parte della classe che stenta a progredire, evitando che rispondano sempre i più pronti quando i taciturni non hanno risposte o non intervengono. È importante, inoltre, che a ogni successo corrisponda gratificazione e apprezzamento da parte dei docenti, per incentivarli a continuare a studiare e a perseverare nell’impegno.

 

4. Dai sempre una scelta: favorire un atteggiamento attivo

Un consiglio molto utile per organizzare una buona didattica in classe è quella di dare sempre una scelta agli alunni durante le attività in classe, consentendo loro di optare per un laboratorio piuttosto che un altro, proponendo diverse letture tra le quali scegliere, due diversi gruppi di esercizi da eseguire o varie tracce di elaborati. Offrire agli studenti la possibilità di scegliere li aiuterà ad autodeterminarsi anche nella vita, a prendersi le responsabilità delle decisioni prese, imparando a essere più attenti e oculati nel futuro.

 

5. Essere un insegnante e non un modello di virtù

Essere un docente di successo spesso può trasformarsi nella corsa a diventare l’insegnante modello che tutti si aspettano: una persona che non si arrabbia mai, autoritaria ma sempre gentile, inflessibile ma paziente, che difende i propri colleghi sempre e comunque anche davanti all’errore più evidente e altri esempi di questo tipo. Un tale modello, difficile da raggiungere per gli standard elevati, può rischiare di non durare a lungo facendo perdere credibilità nei confronti della classe e delle famiglie. Proprio per questo è necessario mostrarsi quanto più possibile se stessi, pronti a chiedere scusa se si commette un errore, a mostrarsi teneri di fronte a un bambino che piange e autoritari quanto basta se si verificano mancanze di rispetto. La figura del docente oggi è molto cambiata rispetto al passato e segue le stesse trasformazioni sociali che abbiamo vissuto nell’ultimo ventennio. È cambiato l’approccio genitoriale, il metodo didattico è stato stravolto e in modo proporzionale abbiamo assistito anche a una nuova figura di docente: più vicina agli alunni e alle famiglie, in ascolto delle loro esigenze, senza "bacchetta", meno autoritaria ma molto più autorevole e umana.