Il valore dell'interdisciplinarietà - dall'Unità Didattica all'Unità di Apprendimento: che cos'è, come organizzarla e perché è efficace

03 febbraio 2022 5 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Il ruolo dell’insegnante, oggi, è molto cambiato rispetto al passato, sono mutate le esigenze degli alunni, la platea è molto più variegata sia dal punto di vista etnico che delle abilità conseguite, così come le competenze da acquisire, che sono diventate sicuramente più numerose se paragonate a un ventennio fa. Per questo i docenti sono chiamati a un costante aggiornamento, per passare da un sistema basato sull’unità didattica a quello dell’unità di apprendimento. 

Ma cosa significa Unità di Apprendimento e perché è efficace? Vediamolo insieme attraverso la lettura di questo articolo.

 

Unità Didattica e Unità di apprendimento: quali sono le differenze?

Come anticipato, l’Unità Didattica è una metodologia che si fonda sull’organizzazione delle attività da svolgere da parte dell’insegnante in diverse fasi: pianificazione, verifica e valutazione. Questo significa che mentre la didattica classica, definita appunto Unità Didattica, si focalizzava sull’insegnante, sulle abilità che gli alunni dovevano acquisire e sulla conoscenza dei contenuti, l’Unità di Apprendimento, invece, capovolge questo meccanismo incentrando la didattica sul processo di conquista delle competenze da parte degli alunni, al fine di migliorare la loro autostima attraverso abilità e capacità. Un sistema innovativo, dunque, che mette al centro lo studente e gli obiettivi che deve raggiungere e non le attività dell’insegnante, con un ribaltamento totale della didattica. In questa direzione, la didattica non deve essere pianificata in modo preventivo e secondo criteri oggettivi e spersonalizzati, ma considerando le esigenze del contesto e del singolo studente, per soddisfare i bisogni di ognuno. Questo significa elaborazione di percorsi si apprendimento specifici, con una serie di attività ed eventi che mutano gli obiettivi in vere e proprie competenze mediante un approccio consapevole e finalmente proattivo della classe.

 

In questa direzione, l’UDA-Unità Didattica di Apprendimento diventa un progetto personalizzato e finalizzato all’acquisizione di competenze multidisciplinari, per sviluppare le cosiddette competenze trasversali, richiestissime sia nel mondo della scuola che del lavoro. Facciamo degli esempi: se siete docenti della scuola secondaria, potreste fondare le UDA su macrotemi ad ampio raggio come il ruolo delle donne nel tempo e l’ambiente, promuovendo un sistema interdisciplinare e adatto all’utenza. I benefici di questa nuova metodologia? Lo sviluppo di nuove competenze, il superamento delle differenze culturali, l’inclusività all’interno della classe e finalmente la trattazione di questioni concrete che fanno parte della loro quotidianità e non solo tematiche astratte. Nella scuola primaria, invece, i temi da trattare possono riguardare la tolleranza religiosa e la lotta alla violenza di genere: questioni importanti che possono mutare o ampliarsi a seconda delle esigenze degli alunni. In base alla risposta della classe, infatti, l’insegnante dovrà cambiare gli obiettivi che si era prefissato in origine dirigendosi verso tematiche diverse, se è il caso, perché l’obiettivo non è terminare il programma seguendo un progetto specifico, ma aiutare l’alunno a raggiungere obiettivi di socialità e sicurezza delle proprie capacità, senza sentirsi svilito, inferiore o incapace.

 

I vantaggi dell’Unità di apprendimento

L’Unità di Apprendimento è considerata come un’evoluzione saggia del vecchio modo di insegnare a favore di una didattica formativa del giovane non solo dal punto di vista culturale ma soprattutto sociale. Non può essere programmata perché è soggetta a trasformazione in itinere, si adatta alle richieste di apprendimento e il vero fulcro sono gli studenti e non il docente, che è solo un mezzo che deve formare, far acquisire competenze e rendere i ragazzi capaci di risolvere i problemi. Si evince, dunque, da quanto detto che l’Unità di Apprendimento è maggiormente responsabilizzante perché richiede ai ragazzi maturità, problem solving e acquisizione di quelle competenze che serviranno loro fuori dalla scuola. Ma non solo, l’elemento della interdisciplinarietà permette al corpo docente di organizzare meglio le lezioni, ottimizzando tempi e quantità di lavoro. Incentrando la didattica su argomenti legati gli uni agli altri, ciascun insegnante riesce ad andare avanti e a raggiungere gli obiettivi anche se vi sono orari ridotti o se non è possibile svolgere attività laboratoriali. Non possiamo negare il bisogno sociale attuale di essere multidisciplinari, capaci di districarsi nelle diverse problematiche da affrontare e di fronteggiare le sfide della quotidianità. In questo modo i ragazzi hanno occasioni di lavoro motivanti e più significative, sono in grado di mostrare le loro competenze trasversali realizzando gli obiettivi che si sono prefissati.

 

La struttura dell’UDA: dal titolo alla verifica

A titolo esemplificativo e nella consapevolezza che spesso i meccanismi della didattica sono molto più complessi e dinamici, presentiamo uno schema delle lezioni su cui si incentra l’Unità di Apprendimento diviso in sezioni:

  • Titolo: riassume l’intero contenuto del progetto, consentendo di desumere circostanze di lavoro e studio.
  • Compito unitario: presenta il percorso da compiere e dunque le attività concrete che gli studenti devono svolgere durante il programma, indicando le operazioni chiave da eseguire.
  • Competenza prevalente: si tratta di una specifica competenza che si intende conquistare tra le 8 competenze base di cittadinanza indicate dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo, da perseguire con il completamento dell’istruzione obbligatoria o tra le competenze proposte nel "Profilo in uscita dello studente o nei Traguardi di competenza disciplinari delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione".
  • Elenco degli obiettivi di apprendimento: il docente focalizza l’attenzione su un paio di obiettivi irrinunciabili di apprendimento che si fondano sulle abilità e le conoscenze da potenziare.
  • Obiettivi formativi: in questa fase vengono riformulati gli obiettivi di apprendimento tratti dai vigenti Documenti nazionali e che sono considerati indispensabili per il raggiungimento della specifica competenza attesa nell’unità di apprendimento di riferimento. Ovviamente, ogni conoscenza e abilità che si intende far conseguire deve essere contestualizzata alla classe, con la possibilità di riformularle ove necessario.
  • Attività di laboratorio: i docenti mostrano agli alunni come svolgere le attività, le azioni, i passaggi operativi, suggerendo un concreto percorso che indichi come e cosa fare. 
  • Indicazioni delle fasi: nella descrizione delle attività da realizzare vengono dettati tempi e materiali da rispettare e produrre, proponendo anche un controllo costante del lavoro per essere in grado di intervenire per risolvere fasi di crisi nello svolgimento del lavoro.  
  • Monitoraggio, verifica e valutazione: tre momenti fondamentali che chiudono il cerchio e che permettono al docente di esprimere valutazioni sul prodotto finale realizzato.
    • Nel monitoraggio, ad esempio, il docente può sollecitare il discente a riflettere sul percorso compiuto, sugli esiti e sull’importanza del suo contributo, favorendo l’autovalutazione con spunti di riflessione.
    • Nella verifica, invece, bisogna valutare la concreta acquisizione delle competenze con test, prove e inviti a osservare.
    • Infine, la valutazione serve a controllare e definire lo stato di eccellenza e di accettabilità, prevedendo l’uso di rubriche di valutazione che aiutano a monitorare il livello di competenze conseguito. I risultati di questo nuovo percorso didattico si sono rivelati molto positivi sia nella scuola primaria di primo e secondo grado che nella scuola secondaria. Gli studenti mostrano maggiore interesse verso le attività pratiche e la didattica, così concepita, cessa di essere solo un contenitore di nozioni teoriche ma spinge le competenze dei ragazzi verso orizzonti più estesi.

Attenzione, però, a considerare l'Unità di Apprendimento solo un metodo, si tratta piuttosto di un cambio di mentalità che mira a formare i nostri giovani a 360 gradi, rendendoli capaci di affrontare il mondo del lavoro e a sostenenre le criticità che gli si presenteranno. Il mondo cambia velocemente e la scuola, prima tra tutte le istituzioni, deve mostrarsi pronta a soddisfare le esigenze di mutamento, per mettersi al passo con le evoluzioni fisiologiche sociali e con il resto degli Stati. La didattica svolta con l'Unità di Apprendimento, infatti, si è sviluppata negli Stati Uniti e ha trovato terreno fertile nel scuole di ogni ordine e grado, mostrando da subito tutti i suoi vantaggi.