Il Role Playing formativo: che cos'è e come può essere applicato all'insegnamento tradizionale

27 aprile 2022 5 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Gioco di ruolo in classe fra teatro e terapia di gruppo

Il Role Playing formativo è il gioco di ruolo a fini didattici, che si situa a metà strada tra la recitazione teatrale, l’approccio terapeutico di gruppo e il problem solving. Si tratta di mettere in scena una storia come si fa in un laboratorio teatrale, ma dando più spazio alla spontaneità e senza badare troppo a specifiche capacità tecniche come la dizione e il movimento scenico. In genere nel Role Playing formativo non è previsto un copione al quale ciascun attore deve attenersi fedelmente, mentre il pubblico è rappresentato dagli studenti che non prendono parte alla scenetta. Va da sé che il docente ricopre il ruolo di formatore o regista e all’occasione può avvalersi di uno o più studenti che fungono da veri e propri assistenti alla regia. Se è vero che il momento scenico è in genere meno accurato di quanto possa essere una rappresentazione teatrale di laboratorio, è vero però che questa tecnica formativa conferisce una decisiva importanza sia al dietro-le-quinte sia alla rielaborazione che si tiene a fine gioco.

 

Storia del Role Playing didattico

Il momento ludico costituisce una parte significativa dell’insegnamento dagli albori della civiltà e non è un caso che una metodologia formativa come il Role Playing affondi le radici nell’età classica dell’antica Grecia, quando il teatro ricopriva un ruolo di primo piano nella società e nell’educazione. Con l’accezione attuale il termine Role playing è stato coniato dallo psichiatra Jacob Levi Moreno, un rumeno che operava a Vienna negli anni Venti del secolo scorso e cioè nella culla della psicoanalisi. Lo psicodramma attuale è figlio del teatro della spontaneità fondato da Moreno il primo aprile 1921, quello che la tradizione austriaca ricorda come il giorno dei pazzi: nasceva la prima rappresentazione teatrale senza copione né attori. In ambito educativo il Role Playing sarà introdotto negli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale, mentre nel dopoguerra rientrò nel programma formativo di numerose aziende americane.

 

Attori, uditori e assistenti nel Role Playing formativo

Nel teatro improvvisato di Moreno il pubblico rivestiva un ruolo significativo in quanto le maschere della rappresentazione scenica si definivano dall’interazione degli attori con gli spettatori. Similmente, nel Role Playing formativo gli studenti che assistono alla recitazione non sono uditori passivi e semplici spettatori, ma si assumono il compito di rielaborare quanto avviene nello spazio scenico e commentare l’interpretazione degli studenti attori. A sua volta il formatore o trainer dirige l’allestimento scenico, sceglie il tema di rappresentazione e guida l’assegnazione dei ruoli attoriali. Ha soprattutto il difficile compito di mantenere viva l'azione scenica e la partecipazione degli studenti che non recitano. L’insegnante può scegliere degli assistenti che fungano da raccordo tra attori e uditori e che all’occorrenza interpretino preziosi ruoli di spalla.

 

Spazio scenico e copione nel Role playing

A seconda dei mezzi a disposizione, del tema da rappresentare e dell'ambito di applicazione, lo spazio scenico del Role playing può essere scarno o allestito come un vero e proprio palco teatrale, come può avvenire per esempio nei laboratori di ricerca didattica. Anche per quanto riguarda le battute non si segue un protocollo rigoroso: si può andare dall’improvvisazione totale al copione scritto, passando per un canovaccio di fortuna o la distribuzione di schede informative. Nei corsi di formazione maggiormente strutturati non è raro il ricorso alle opportune attrezzature di videoregistrazione. Grazie alla riproduzione fedele è possibile a bocce ferme analizzare l’azione scenica nel dettaglio, ma il rischio è che l’obiettivo della videocamera inibisca gli attori riducendone la spontaneità. Il consiglio è di iniziare da un allestimento scarno o addirittura spartano e di lasciare che gli allievi si esprimano il più liberamente possibile. Indipendentemente dagli attrezzi scenici a disposizione, ciò che importa è che il setting sia accogliente e garantisca la giusta privacy.

 

Applicazione del Role playing alla didattica classica: la preparazione

La fase preparatoria del Role playing formativo prevede la definizione del tema da trattare, l’individuazione di un setting adeguato e l’eventuale raccolta delle attrezzature sceniche. Dopodiché si passa alla scelta della variante di Role Playing che meglio si presta alle attitudini della scolaresca di riferimento, all’ambito di applicazione e alla situazione che si intende rappresentare. Questa scelta preliminare non va necessariamente affidata al docente: consuetudine vuole che il formatore o conduttore del gioco non imponga le sue decisioni e assegni le parti tenendo conto delle proposte degli attori. Nello specifico, si può optare per una delle seguenti varianti di Role Playing:

  • Spontaneo: gli studenti attori interpretano il proprio ruolo senza preparazione, spesso dopo aver scelto anche il tema o la situazione rappresentativa.
  • Strutturato: gli attori devono interpretare un ruolo definito in partenza e attenersi a un copione più o meno articolato.
  • Centrato sui ruoli: il tema viene fissato in fase preparatoria, mentre i ruoli vengono assegnati in corso d’opera.
  • Centrato sul tema: i ruoli sono definiti, mentre la situazione rappresentativa si costruisce durante la seduta di gioco.
  • Autorappresentato: uno degli studenti rappresenta un fatto che gli è accaduto realmente, con la partecipazione attiva di alcuni suoi compagni di classe; il protagonista potrebbe sia lasciare il suo posto a un altro giocatore, sia provare a modificare la situazione scenica alla luce di quanto discusso in fase di rielaborazione collettiva.

 

Role Playing in classe: il riscaldamento e il briefing

Per favorire il passaggio dalla realtà alla situazione drammatica, il Role playing prevede un warming up, cioè una fase di riscaldamento corredata di brevi interviste che preparino il momento di immedesimazione nel personaggio. Nel briefing che segue il warming up, il docente o il formatore che ne fa le veci dovrebbe fare il punto della situazione chiarendo chi deve interpretare quale ruolo e perché è importante che la rappresentazione non venga interrotta di continuo. Dopodiché il conduttore del gioco lascia il centro della scena agli studenti attori e prende posto con il resto della classe, tra gli uditori che assisteranno alla simulazione. L’azione scenica ha una durata che varia in base alla situazione drammatica, ma in ogni caso il consiglio è di interrompere la rappresentazione il meno possibile: il Role Playing non è un laboratorio teatrale in cui si pretende che le battute e i movimenti scenici rasentino la perfezione.

 

Gioco di ruolo a scopo didattico: la realizzazione

Nel corso della seduta di gioco, gli studenti attori possono ricorrere alle tecniche tipiche dello psicodramma. Per esempio, le inversioni di ruolo hanno il pregio di aiutare il protagonista a mettersi nei panni di una persona che conosce particolarmente bene. La tecnica del mirroring (rispecchiamento) consiste in uno scambio di ruoli tra attore e uditore, mentre il soliloquio aiuta il protagonista a esprimere i suoi sentimenti al cospetto di una platea. Persino chi si occupa dell'insegnamento di una lingua straniera potrebbe trovare particolare giovamento dagli esercizi di Role Playing svolti in classe. Una didattica interattiva di questo tipo garantisce un apprendimento più efficace e duraturo, dato che per perfezionare una lingua straniera è molto utile immedesimarsi in una serie di situazioni di vita quotidiana acquisendo modelli relazionali e culturali altrui.

 

Teatro spontaneo in classe: il debriefing

A fine rappresentazione inizia la fase di cooling of (raffreddamento), in cui gli attori forniscono un’autovalutazione e indicano le eventuali difficoltà che hanno riscontrato durante l’interpretazione. Parte essenziale del Role Playing è la fase di debriefing (rielaborazione), cioè il momento in cui si analizza la seduta di gioco. Si inizia passando in rassegna i punti forti, come l'efficacia di determinate azioni sceniche e il superamento degli ostacoli precedentemente individuati. Nel debriefing si dovrebbero anche rilevare i principali punti di debolezza, con l’accortezza però di non esagerare nell’attribuzione di feedback negativi individuali. I sensibili scostamenti dei comportamenti scenici dal canovaccio previsto andrebbero fatti notare soltanto in caso di Role Playing strutturati.