L'importanza dell'ambiente scolastico: tutte le caratteristiche di una scuola felice

29 giugno 2022 5 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Diverse ricerche elaborate dalla Didattica applicata e dalla Psicologia dimostrano che l’apprendimento scolastico viene influenzato dalla sensazione di benessere che si respira in classe. Secondo lo studioso Freiberg, che per primo elaborò lo studio nel 1996, la serenità dell’alunno all’interno della classe è di primaria importanza per stimolarlo all’apprendimento e alla voglia di conoscenza.

Ma da cosa viene influenzato il clima di una classe?

Parliamo dei modelli comportamentali e relazionali tenuti dall’insegnante, che diventa, all’interno del gruppo classe, il vero leader della squadra, il punto di riferimento più importante con cui il giovane trascorre la maggior parte del tempo. Non meraviglia il fatto che l’alunno tragga insegnamento dai comportamenti dell’insegnante, dal suo modo di esprimersi e di porsi, senta il peso delle sue aspettative e avverta anche gli stati d’animo che sente. Secondo Freiberg, la classe diventa un vero sistema istituzionalizzato e non spontaneo nel quale muoversi in libertà per formare la propria personalità, crescere, evolversi e confrontarsi condividendo dinamiche di relazione ed esperienze comuni per la maggior parte della giornata. In questo contesto, il ruolo del docente è quello di tenere un comportamento vigile per limitare gli aspetti relazionali potenzialmente critici, bloccandoli sul nascere. Il suo lavoro è quello di gestire le dinamiche di relazione favorendo al massimo grado la condivisione e l’apprendimento. Proprio per questo gli educatori e gli insegnanti devono essere in grado di riconoscere i bisogni del singolo all’interno della classe e la sua capacità di relazionarsi. La mancanza di questa azione fondamentale può causare problemi di integrazione o integrazioni malsane con uno svilimento del più importante valore della formazione didattica. Si comprende bene quanto siano importanti le scelte dei docenti e il loro atteggiamento per dare vita a un ambiente felice e stimolante all’interno del gruppo classe.

 

Il clima all’interno del gruppo classe o sistema-classe: come si costruisce?

Il clima che si percepisce all’interno del gruppo classe è quella "percezione d’insieme" che ogni studente ha dello stare con gli educatori non come singolo ma in gruppo e che può concretamente influenzare l’impegno e la motivazione allo studio. Si tratta di un ensamble di comportamenti che ricomprendono atteggiamenti e relazioni quotidiane. Potremmo definire il clima in classe come una vera e propria rete di relazioni di tipo affettivo che si snodano in scambi di stima, di apprezzamenti, condivisione di obiettivi unici, rispetto di norme di comportamento e andamento generale. Per essere più schematici, il clima in classe viene determinato da due diversi elementi:

  • la qualità della reciprocità tra docenti e alunni
  • variabili connesse al contesto sociale dell’alunno e dell’intera classe

La responsabilità maggiore, ovviamente, spetta all’insegnante in qualità di adulto consapevole, preparato e adeguatamente formato. Questi è infatti in grado di influenzare l’intera classe con il suo modo d’insegnare, con la sua personalità e con il suo potenziale formativo. Oltre alle caratteristiche del docente, vengono in rilievo anche alcuni fattori ambientali, sia tangibili che intangibili:

  • il tipo di relazione instaurato con le famiglie
  • l’ordine e la disciplina che vigono nel gruppo-classe
  • l'organizzazione della Scuola
  • le aspettative familiari
  • il comfort degli ambienti scolastici
  • il senso di sicurezza che si percepisce in classe
  • la cura, pulizia e organizzazione degli spazi fisici

 

Il ruolo dei docenti: quanto può influenzare la serenità in classe?

Come anticipato, il docente svolge un ruolo di fondamentale importanza all’interno della classe e nella costruzione di rapporti basati sull’interazione e lo scambio reciproco, tutti elementi che concorrono alla formazione di un clima sereno e inclusivo. Ciò significa che il clima positivo nasce dal rapporto tra discente e alunni e tra gli stessi discenti che fanno parte del gruppo. Se c'è affiatamento l’aria che si respirerà in classe sarà più pulita, benefica per l'anima e proficua per la didattica, con risultati positivi anche nell’apprendimento.

Ma cosa deve fare un insegnante per creare un ambiente positivo?

Secondo alcuni studi elaborati da Thomas Gordon e Carl Rogers, padre della psicologia umanistica, i docenti devono usare specifiche strategie di insegnamento focalizzate sulla persona: devono mostrarsi leaders democratici e positivi, sempre pronti al dialogo e incentrati all’aiuto e al sostegno di ogni discente. Un buon docente, secondo tale teoria, deve mirare a un apprendimento che combini benessere intellettuale, emozionale e fisico, attraverso il ricorso a programmi di insegnamento che abbiano come obiettivo comune quello di far sentire ogni studente come il protagonista del proprio processo di apprendimento. Nella quotidianità, questo si ottiene con il dialogo costante tra insegnanti e alunni sui più disparati argomenti, con la libertà di esprimersi e di cooperare insieme per chiarire concetti difficili, discutere su questioni di attualità annose o semplicemente chiedere di approfondire una tematica perché poco chiara. In questo contesto, l’insegnante assume il ruolo di facilitatore oltre che leader, con un’autorevolezza che nasce dalla serietà con cui svolge il suo lavoro e non dalla severità, che talvolta intimorisce gli studenti e li chiude all’apprendimento.

 

Circolarità delle relazioni e sviluppo di nuove metodologie

Al netto della personalità di ogni singolo docente, il benessere scolastico è determinato dalla circolarità del rapporto tra alunni ed educatori che deve essere costante e ininterrotto e mirare al benessere della classe. Questa metodologia di insegnamento è stata introdotta circa un decennio fa e mira a superare quell’approccio fondato sull’esclusiva trasmissione di nozioni e conoscenze. Oggi, rispetto al passato, viene enfatizzato il processo costruttivo e attivo dell’alunno che diventa protagonista della lezione. Per questo la scuola passa dall’essere uno spazio di trasmissione del sapere a un luogo dove esprimere la propria creatività. Vengono per questo in rilievo anche gli strumenti che la scuola deve mettere a disposizione, che devono essere innovativi, accattivanti e sempre al passo con le diverse fasi di crescita. Riprendendo le teorie del dottor Roger, anche la disposizione dell’aula deve avere determinate caratteristiche e cessare quell’architettura obsoleta fatta di banchi disposti in modo frontale rispetto al docente, per lasciare il posto a una disposizione circolare in cui il docente si pone al centro e gli alunni non sono antagonisti e sterili uditori ma partecipanti attivi della lezione.

Seguendo le teorie elaborate da Freiberg e Roger, il clima positivo in classe è dunque una combinazione di 5 azioni:

  • prevenire quei comportamenti impulsivi, aggressivi e senza autocontrollo che possono sfociare in atti di bullismo, disagio, dispersione e demotivazione;
  • prendersi cura del singolo studente, sviluppando metodologie didattiche individuali e personalizzate sulle esigenze del singolo;
  • sviluppare sentimenti di cooperazione: creare un ambiente democratico evitando il lavoro individualistico e la competizione;
  • organizzare l’insegnamento personalizzato in maniera deve essere costante e non occasionale;
  • creare comunità: il docente deve costruire un ambiente sereno fatto di condivisione dei valori e delle esperienze affettive di ogni giovane.

 

I desideri degli alunni per una scuola felice

Il corpo docente, nel rapporto con la classe, deve porsi una domanda: che cosa desiderano gli studenti? La maggior parte degli alunni oggi desidera sentirsi accolta, condividere la propria quotidianità con i compagni di classe, ricevere fiducia ed essere guardata con amore, senza vivere la competizione. In questo contesto, gli insegnanti devono evitare comportamenti che mirano a far prevalere alcuni studenti piuttosto che altri, incentivare le proposte dei più preparati della classe a primeggiare sugli altri che stentano a parlare. Ogni alunno, infatti, chiede il proprio spazio di libertà senza sentirsi stressato da istanze di performance eccessive, che probabilmente soddisfano più i genitori che gli insegnanti. Ciò che loro vogliono è una scuola felice, anche controcorrente rispetto alle richieste sempre più performanti della società moderna. Lo scrive molto bene Luciana Bertinato nel suo libro-manifesto "Una scuola felice. Diario di un’esperienza educativa possibile" che mette al centro l’obiettivo universale della scuola, quello di curare le relazioni, accogliere tutti indipendentemente dal colore della pelle, dalla lingua e dallo status sociale. Un percorso che deve trasformare l’io del singolo alunno (magari il più bravo) al noi del gruppo classe, per sviluppare competenze ma in modo propositivo, perseguire obiettivi possibili e rispettosi delle capacità di ciascuno. Insomma, una scuola positiva in un ambiente classe felice!