Lifelong learning: l'importanza della formazione continua per il mondo educante

12 luglio 2022 5 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Sebbene non esista una definizione standardizzata, il costante aggiornamento delle competenze e del bagaglio delle conoscenze personali è il concetto alla base del Lifelong Learning (LLL). L'apprendimento permanente è un processo dinamico capace di adattarsi non solo alle abilità e alle motivazioni individuali ma anche agli eventi della vita che spesso impongono un cambiamento "adattivo" o addirittura trasformativo, quasi rivoluzionario. Il suo obiettivo quindi è quello di aumentare o modificare l'insieme delle competenze per adeguarle alle nuove esigenze occupazionali ma anche ai bisogni individuali di inclusione e autorealizzazione.

In questo articolo vedremo in cosa consiste il Lifelong Learning, quali sono i suoi obiettivi e i metodi utilizzati per promuovere l’apprendimento costante.

 

Il cambiamento: la premessa indispensabile per comprendere il Lifelong Learning

Apprendimento e cambiamento sono due concetti che vanno di pari passo: l’apprendimento è incentrato sul cambiamento e il cambiamento, a sua volta, guida e spesso detta le regole dell’apprendimento. La trasformazione è una delle chiavi fondamentali della crescita individuale, se non la più importante. Nell’ambito lavorativo ma anche in quello personale, la modifica dello status quo provoca la nascita di un divario che può diventare incolmabile: le competenze acquisite in passato spesso non servono più a comprendere una realtà che si evolve alla velocità della luce. A prima vista può sembrare una situazione senza via d’uscita, soprattutto una volta terminato il proprio ciclo di studi. In realtà esiste uno strumento formidabile per colmare questo gap e questo è proprio l’apprendimento. Apprendere vuol dire acquisire, interpretare, cambiare e assimilare un insieme correlato di informazioni, abilità ma anche di sentimenti ed emozioni. È proprio il costante arricchimento delle conoscenze che permette di creare non solo nuove competenze ma anche di aprire la porta della propria vita a nuove e inaspettate opportunità. Sotto questa ottica, il Lifelong Learning ha tutte le carte in regola per diventare la sfida del nuovo millennio.

 

Cos’è il Lifelong Learning?

Nel 2020 l’UNESCO ha pubblicato un interessante rapporto dal titolo Futures of Education. Nel testo emerge a chiare lettere la necessità di una cultura globale dell'apprendimento permanente per vincere le numerose sfide che l’umanità dovrà affrontare da qui ai prossimi decenni. La crisi climatica, le disuguaglianze, il nuovo panorama imposto dalla pandemia ma anche il cambiamento demografico e tecnologico richiedono nuove competenze e non solo. Il report si spinge oltre perché afferma che il Lifelong Learning non è soltanto un valore pubblico e privato ma è anche un nuovo diritto umano.

Ma in cosa consiste esattamente?

L’apprendimento permanente è un processo che appartiene al singolo individuo ed è caratterizzato dall’obiettivo di favorire e ottenere la realizzazione in ambito personale, lavorativo, civico e sociale, secondo quanto riportato dal Ministero dell'Istruzione. Il Lifelong Learning si fonda sull’assunto che, per rimanere strettamente connessi alla realtà che ci circonda, è necessario possedere tre risorse fondamentali:

  • capacità di apprendimento
  • conoscenze
  • competenze

Semplificando al massimo, possiamo definire il Lifelong Learning come un processo di autoeducazione e auto-orientamento permanente. La sua caratteristica principale è quella di essere una formazione extrascolastica in quanto avviene al di fuori dei contesti didattici standardizzati come scuole e Università. Il motivo è semplice: non è possibile infatti fornire nei corsi didattici istituzionali tutte le conoscenze e le abilità di cui si ha bisogno per affrontare le sfide dell’età adulta e i cambiamenti imposti dalla realtà che si evolve. L’apprendimento permanente è un obbligo? Assolutamente no, è un percorso del tutto volontario perché nessuno può imporci di implementare le nostre conoscenze e di rivoluzionare quella routine di gesti e concetti che abbiamo imparato durante il percorso scolastico.

 

Quando è nato il Lifelong Learning?

A prima vista, gli anni importanti del Lifelong Learning sono stati il 2001 e il 2002, un biennio in cui è stato affermato a chiare lettere che istruzione e formazione continua sono indispensabili in termini di realizzazione professionale, personale e non solo. Entrambe sono necessarie per promuovere il concetto di una cittadinanza sempre più attiva, per la coesione sociale, per l’adattabilità a nuovi contesti e per le performance professionali. In realtà il concetto di LLL ha radici ben più profonde. Da quando la Nuova Pedagogia ha aperto le porte alla nascita dell'approccio critico a questa scienza, i fenomeni storico-sociali hanno acquistato un grande rilievo anche nell'apprendimento. Nel Novecento, specialmente nel secondo dopoguerra, si assiste a un cambiamento radicale della società dovuto al netto miglioramento delle condizioni di vita. Grandi mutamenti accompagnano anche la modalità di ricezione delle informazioni, che grazie alla crescente scolarizzazione non solo danno a tutti la coscienza dello spazio e del tempo ma arrivano ad arricchirla con nuovi strumenti. I passi da gigante della medicina del secolo scorso hanno portato a un'aspettativa di vita più lunga. Questi fenomeni hanno fatto sì che il LLL fosse il frutto di un processo graduale e al passo con i tempi, capace di assumere, giorno dopo giorno, sfumature sempre più innovative.

 

Quali sono gli obiettivi del Lifelong Learning?

Individui indipendenti, autonomi e consapevoli della realtà che li circonda: questi sono i cittadini del futuro che, grazie al LLL, sanno vivere nel loro tempo e comprenderne i mutamenti. L'obiettivo della scuola è insegnare a imparare, creare un substrato di competenze che possa accompagnare lo studente in ogni fase della sua vita senza lasciarlo mai indifeso davanti agli imprevisti. La lezione che gli studiosi di pedagogia hanno appreso e tramutato in teoria è ben chiara: bisogna essere pronti a tutto. Apprendere in ogni momento della vita può arricchire le vite delle persone e lasciare invariata la curiosità tipica dei bambini. L'apprendimento permanente già tra i banchi di scuola fa sì che gli studenti colgano i nessi tra gli argomenti affrontati senza chiuderli in compartimenti stagni. Questo processo nutre il loro spirito critico e la loro consapevolezza. Spirito di iniziativa, spiccato problem solving e skill comunicative sono la naturale conseguenza di un insegnamento che dura tutta una vita.

 

La scuola che dura una vita, dove si svolge?

Il Lifelong Learning permea la vita delle persone di tutte le età attraversando tre momenti fondamentali:

  • l'apprendimento formale, che si snoda tra i banchi di scuola e la consegna del diploma, della laurea, e il conseguimento di qualifiche riconosciute anche da istituti tecnici.
  • l'apprendimento non formale. La concezione secondo cui si impara esclusivamente dai libri è ormai superata, quindi anche meeting, confronti ed esperienze sul campo sono il bagaglio che arricchisce conoscenze, abilità e competenze. Insieme ai corsi che non rilasciano certificazioni ufficiali, il lavoro è quindi parte del secondo momento che teniamo in considerazione, cioè l'apprendimento non formale.
  • l'apprendimento informale non prevede banchi, interrogazioni o verifiche, ma esperienze di vita quotidiana capaci di donare, anche inconsciamente, la capacità di affrontare le sfide che il futuro riserva.

 

Il Lifelong Learning nel mondo educante

Se per qualunque professione il Lifelong Learning è fattore importantissimo, questo vale ancora di più per il mondo educante. Infatti, come emerge dalle analisi empiriche, i livelli di apprendimento degli studenti dipendono direttamente dalla qualità della professione docente e dal profilo della leadership: un buon insegnante e un buon dirigente non si dimenticano mai.

Per questo motivo, la formazione continua diventa necessaria per rispondere in maniera adeguata ai continui mutamenti che si verificano a livello di istruzione e nell’ambito della società. Ai docenti vengono richieste competenze sem­pre più complesse e nuove: devono essere non solo padroni della disciplina, ma anche possedere una serie di attitu­dini per farsi carico di una molteplicità di compiti.

Coltivare il capitale professionale significa ascoltare, offrire pro­poste credibili di opportunità professionali, scegliere standard elevati negli interventi, investire intelligente­ mente sulle sfide che, oggi, anticipano il futuro e, in ulitma analisi, sostenere lo sviluppo di una scuola migliore.