Project-Based Learning: funzionamento e potenzialità di questa metodologia didattica innovativa

26 luglio 2022 5 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso del Project-Based Learning: un modo di organizzare il lavoro "per progetto" per conseguire più facilmente gli obiettivi e seguire il cliente con la massima attenzione. Nel mondo delle start up, in particolare, questo strumento viene utilizzato per gestire le risorse umane attraverso una struttura aziendale "a matrice", fondato cioè sull’assegnazione di specifici progetti a ciascuna unità. Secondo gli esperti, tale modello stimolerebbe lo sviluppo della leadership, semplificando i compiti dei responsabili funzionali e dei project manager. Non solo, questa organizzazione consentirebbe di condividere meglio le competenze tra soggetti appartenenti alla stessa area di lavoro, con la possibilità di spostare le risorse da un progetto all’altro, a seconda dei bisogni.

 

Autonomia e responsabilità: ecco gli obiettivi del PBL

Nato negli Stati Uniti, il "lavoro a progetto" è ritenuto un metodo valido anche per la scuola come percorso didattico, definito Project-Based Learning. Applicato al mondo scolastico, il PBL diventa un modello centrato sullo studente ma ruotante intorno a numerosi progetti, per ottenere due diversi obiettivi, un maggiore senso di responsabilità e un'autonomia nel lavoro, per dare vita a vere e proprie skill utili anche nel mondo del lavoro, come:

  • lo sviluppo del problem solving come capacità di risolvere eventuali criticità nelle varie fasi del lavoro;
  • migliore gestione del materiale a disposizione e del tempo fissato per la consegna;
  • cooperazione con colleghi e compagni di studio.

Per spiegare bene cosa avviene durante lo svolgimento di questi programmi, occorre specificare che ogni progetto richiede una durata per realizzarlo, uno sforzo per portarlo a termine e una combinazione di azioni poste in essere da soggetti diversi, che dipendono l’uno dall’altro. Ovviamente, ogni persona dovrà svolgere un compito diverso che richiede competenze specifiche per raggiungere gli obiettivi diversificati, i quali, messi insieme, danno completezza al progetto. Visto in questo modo, il programma consente di sviluppare una mentalità basata sulla flessibilità e la risolutività, due caratteristiche molto amate dai giovani che prediligono le novità, la capacità di districarsi nelle situazioni più complesse e l’autonomia nel prendere decisioni.

E se ci si accorge di aver compiuto degli errori o di aver sbagliato la consegna?

Si impara dai propri fallimenti nell’attesa della prossima occasione per migliorare.

 

Vantaggi e svantaggi del Project-Based Learning

Introdurre il Project Based Learning nella didattica implica un’organizzazione precisa da parte dei docenti e un impegno maggiore degli studenti, che sentono di impiegare più energie ma con maggiore entusiasmo, dal momento che vengono motivati dal raggiungimento dei risultati prefissati dal docente. Spesso la lezione tradizionale, fondata cioè sulla spiegazione dell’insegnante e lo svolgimento di un’esercitazione in classe e a casa, può causare una perdita dei dati acquisiti più rapida rispetto al caso in cui sono gli stessi studenti a realizzare il progetto studiando le fonti, elaborandole e mettendole su carta (o su un programma digitale). Il confronto con i colleghi, inoltre, stimola la loro voglia di mettersi in gioco e di non restare indietro rispetto al gruppo. In questo modo i concetti restano fissi nella mente per una durata maggiore in quanto l’argomento viene ruminato, meditato e filtrato dal proprio senso critico. I vantaggi di questo sistema non riguardano solo gli alunni ma anche i docenti, che leggendo o ascoltando i lavori eseguiti possono prendere atto di capacità nascoste dell’alunno, comprendere sfaccettature della questione diverse e divertirsi grazie all’entusiasmo verso argomenti che altrimenti apparirebbero noiosi.

 

Tra le difficoltà che si possono incontrare nell'elaborazione del PBL emerge la reticenza di quegli alunni che non sono in grado di lavorare in gruppo perché eccessivamente timidi o pigri. In questi casi occorre fare attenzione a trovare progetti adeguati, evitando che gli altri lavorino al suo posto o, nei casi più gravi, che venga escluso dal gruppo. Di contro, i docenti potrebbero avvertire difficoltà a gestirsi e a organizzare le proprie risorse, sentendo il peso del lavoro che aumenta. Infine, vogliamo anche ricordare che questo tipo di progetti necessitano di strumenti adatti, di aule laboratoriali e di specifici device, la cui mancanza comporta l’utilizzo di supporti tecnologici di proprietà dell’alunno, nell’ottica del "Bring your own device" (BYOD) che causa non poco imbarazzo nei giovani che ne sono sprovvisti. In una logica di inclusività, partecipazione e cooperazione, quest’ultimo impasse può essere considerato probabilmente il più grave, perché evidenzia le differenze economiche e culturali che esistono tra le famiglie degli studenti.

 

Quali sono le 7 fasi del Project-Based Learning

Come insegnano le scuole che hanno già adottato il sistema del PBL nel corso degli anni passati, esso si compone di 7 diverse fasi che vogliamo brevemente indicare.

 

Fase 1: risoluzione del problema

Il primo step da seguire è quello di inquadrare la domanda a cui rispondere o il problema da risolvere, per questo il docente dovrà fornire argomenti originali che stimolino la curiosità e l’interesse della fascia d’età a cui si rivolgono, prendendo spunto ovviamente dal programma didattico che stanno seguendo.

 

Fase 2: l’indagine

In questa fase gli studenti dovranno reperire fonti, informazioni e risorse utili a fornire chiarimenti al problema. Questo momento potrebbe durare anche più giorni poiché il tempo da dedicare allo studio della "questione" è ulteriore rispetto allo svolgimento dei compiti giornalieri. Gli studenti, a tal fine, devono attingere le informazioni da tutte le risorse che hanno a disposizione come giornali, articoli presi dal Web e interviste, oltre alle informazioni fornite direttamente dal docente durante la lezione. È compito dei docenti, in questa delicata fase, monitorare i progressi e la cooperazione tra i membri del gruppo verificando che ciascuno compia la sua parte di lavoro.

 

Fase 3: argomenti originali e autentici

Che sia storia, geografia, scienze o educazione civica, è importante che l’argomento scelto dal docente sia autentico e collegato a temi di attualità che catturano l'attenzione degli studenti motivandoli allo studio. L’originalità può riguardare il contesto storico, l’impatto che ha sulla collettività o questioni che toccano la sfera personale del giovane come i loro interessi, le problematiche connesse all’età, alla scuola o al momento storico.

 

Fase 4: avere voce in capitolo

È importante che il gruppo divida i compiti da svolgere e che ciascun membro abbia voce in capitolo. Solo se lo studente potrà sostenere il proprio punto di vista acquisirà quel senso critico necessario per la formazione del carattere: capacità di esprimersi di fronte agli altri, acquisizione di idee proprie e coraggio per contestare l’opinione di un compagno sono gli obiettivi che deve raggiungere il PBL.

 

Fase 5: ruminare l’argomento

La fase dello studio è fondamentale per acquisire le nozioni richieste, facendole proprie. Lo studio fatto di riflessione e meditazione consolida le loro competenze aiutandoli a utilizzare lo stesso modus operandi anche in altri ambiti della vita.

 

Fase 6: acquisire senso critico

Dopo il lavoro, il gruppo che ha partecipato al progetto deve dare un feedback sull’attività svolta per imparare ad accettare le critiche costruttive che gli vengono fatte e a muoverle agli altri nel modo giusto. Anche il docente dovrà dare un giudizio sul progetto, che non implica necessariamente un voto, ma semplicemente una valutazione su quanto realizzato.

 

Fase 7: essere in grado di spiegare in pubblico le proprie tesi

L’ultimo step del lavoro ha come obiettivo la presentazione del proprio lavoro all’intera classe. L’esperienza insegna che questo momento può diventare molto difficile per alcuni studenti, ma nonostante le reticenze essi devono imparare ad affrontare le loro paure acquisendo quella sicurezza che consentirà loro di spiegare alla classe o a un pubblico più ampio il proprio lavoro e il punto di vista adottato. La presentazione al pubblico è importante per due ragioni:

  • incoraggia lo studente a svolgere lavori di qualità
  • implementa la dimensione squisitamente sociale della didattica e dell’insegnamento

Al termine di questa breve trattazione, possiamo concludere che l’idea di introdurre il Project-Based Learning nelle nostre scuole non possa che arricchire i giovani, sia da un punto di vista caratteriale che culturale, mostrando finalmente un lato della scuola più innovativo, autentico e vicino al mondo del lavoro.