Il latino: serve ancora studiarlo?

24 novembre 2022 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Il latino è oggi considerato una “lingua morta”, e molti si chiedono, a partire dagli alunni, se sia ancora utile studiarlo a scuola. Secondo molti studiare il latino è ancora oggi molto utile, non solo perché senza di esso sarebbe impossibile comprendere il passato italiano ed europeo, ma anche perché sono tanti i benefici che comporta.

 

Le origini della lingua latina

Se non si conoscesse il latino, sarebbe inutile provare a capire i 3000 anni di storia che hanno segnato la nascita, la vita e la morte dell'Impero Romano; sarebbe anche inutile provare a capire perché la religione cristiana ha avuto tanto successo. Il latino, soprattutto grazie all’espansione dell’Impero romano, si è innalzato al di sopra di tutte le altre lingue europee fino a godere di un'aura universale e di uno status di lingua internazionale. Oggi questo idioma è dichiarato estinto, ma il latino era la lingua ufficiale dell’Impero romano, era quindi parlata in un territorio vastissimo, da occidente a oriente. E’ facile immaginare come il latino abbia influenzato tutte le lingue ad esso successive, a partire proprio dall’italiano e dai suoi dialetti. Non occorre essere degli storici per sapere che il latino era la lingua della civiltà romana e che l'italiano, come molte lingue europee, utilizza l'alfabeto latino. L'Italia condivide con la Spagna, il Portogallo, la Francia e la Romania la tradizione neolatina, che fa derivare la lingua dai diversi volgari che erano parlati in ogni regione. Il latino è, quindi, la base comune di tutte le lingue romanze che, di conseguenza, presentano dei tratti comuni a livello grammaticale, sintattico e lessicale. Tuttavia, le origini del latino sono difficili da verificare e piuttosto oscure. I primi individui che parlavano tale lingua, prima della nascita dell'Impero, la utilizzavano e tramandavano soltanto in forma orale. Per circa quattro o cinque secoli la lingua non ha smesso di evolversi fino a unificarsi nella lingua dei Romani e divenire la lingua scritta utilizzati negli atti giuridici.

 

La caduta dell'Impero e la nascita del latino letterario

Con la caduta dell'Impero e le invasioni barbariche, il latino perde la sua universalità e smette di essere la lingua ufficiale. Un lungo periodo di mutazione fa arrivare fino al Rinascimento, quando il latino torna a essere la lingua, questa volta letteraria, dell'Europa occidentale. È lo stesso momento nel quale la Chiesa scelse di mantenere il latino come lingua ufficiale delle scritture, una decisione figlia del desiderio di unificare tutti i cristiani, un'universalità che rappresentasse l'abbraccio della religione verso i propri fedeli. La lingua latina viene rielaborata in profondità durante il regno di Carlo Magno, che semplifica la sua composizione sintattica e introduce un nuovo tipo di grafia, molto più elegante e semplice per il lavoro degli amanuensi. Ma nonostante i salti temporali, le evoluzioni e le mutazioni subite nel corso della storia, a prescindere dalle sue origini e dalla sua tradizione, la verità è che la maggior parte delle parole che si utilizzano ogni giorno derivano dal latino o dal greco, sottolineando l'importanza di questa lingua.

 

La realtà vista attraverso il latino

La conoscenza della lingua latina consente di apprezzare in maniera più significativa molti aspetti della realtà. Attraverso lo studio scolastico di una lingua estinta, ma che unisce così tante realtà linguistiche differenti, l’apprendimento di una seconda lingua – almeno europea – risulta molto più semplice. Inoltre, per la sua struttura grammaticale e sintattica, il latino aiuta gli studenti a sviluppare la logica e a ragionare fuori dai soliti schemi linguistici a cui sono abituati. Appare chiaro come queste motivazioni possano sembrare insufficienti agli occhi degli studenti che preferirebbero imparare a ragionare attraverso altri metodi più stimolanti e meno noiosi. Eppure, il latino è anche quella lingua che conduce verso la comprensione del presente, in quanto figlio del passato. Studiare la letteratura, la civiltà e la lingua latina significa approfondire e apprezzare le proprie radici. Consente di cogliere ciò che avvicina l'uomo di oggi a quello del passato e, al tempo stesso, conduce alla comprensione della trasformazione avvenuta nei secoli. Non bisogna tralasciare, inoltre, anche il fatto che quasi tutte le letterature che si studiano a scuola hanno avuto a che fare con il latino e con i suoi autori. Esattamente come per le lingue, conoscere la letteratura latina aiuta la comprensione e lo studio degli scrittori italiani e stranieri.

 

Un esempio concreto

Per far capire quanto sia importante la conoscenza del latino è possibile fare un semplice esempio, utilizzando la parola cultura. Alla base di questo termine c'è il verbo latino colo che segna il passaggio dell'uomo nomade a una condizione di sedentarietà. Colo significa abitare, coltivare: l'uomo passa da nomade a sedentario nel momento in cui diventa agricoltore e allevatore, quando costruisce una casa per passare il suo tempo, quando mette radici. È in questo percorso lessicale che si inserisce il termine cultura, inteso come radicamento. Niente a che fare quindi con la conoscenza e il sapere, ma una derivazione che trova spiegazione nel passato. Questo è solo uno dei tantissimi esempi che la nostra lingua offre, in realtà conoscere l’italiano è un grande vantaggio per gli studenti visto la somiglianza del lessico: gli studenti si ritroveranno a sapere il significato di molte parole fin dal primo giorno di lezioni.

 

Il latino apre le porte al mondo del lavoro

E mentre in Italia ci si chiede a cosa serva studiare il latino, in Inghilterra spopolano i corsi per impararlo. E affrontando motivazioni che superino la logica, la comprensione della lingua italiana, la valorizzazione delle proprie radici, aggiungiamo una spiegazione più attuale e concreta: la ricerca di un lavoro. Ebbene il latino può aprire opportunità lavorative grazie alle abilità, che aiuta a sviluppare. La traduzione e la comprensione dei testi latini fa accrescere competenze trasversali, molto apprezzate e richieste in qualsiasi ambiente lavorativo. Le soft skill sono l'attenzione per i dettagli, la predisposizione al problem solving e la capacità di gestire informazioni complesse. Spesso si sottovalutano queste competenze sulle quali è possibile costruire il proprio successo professionale, anche se nelle tabelle di valutazione d’assunzione sono proprio queste le caratteristiche che occupano i primi posti e di cui si va alla ricerca.

 

Conoscere la propria lingua

Si comunica e si costruiscono la maggior parte delle proprie relazioni attraverso il linguaggio ed è ben noto quanto spesso è da questi rapporti che la nostra vita viene influenzata. E per giungere a considerazioni più vaste, è utile ricordare che il pensiero prende forma attraverso le parole che si conoscono, non a caso chi spadroneggia la propria lingua sembra proprio possedere una marcia in più. Quando si approfondisce la conoscenza di una lingua non si smette mai di imparare e tutti possono trarre validi spunti di riflessione. Ogni tipologia di conversazione dalle chat istantanee alle e-mail, ai rapporti di ogni genere e forma, tutto ruota attorno alla lingua e a come viene usato il linguaggio. E quindi il linguaggio rappresenta una grossa fetta della propria esistenza, che risulta migliorata da una conoscenza approfondita della stessa lingua. Abbiamo già detto quanto il latino possa aiutare ad imparare una seconda lingua straniera, ma non solo, conoscere più lingue insegna a cogliere le modalità attraverso le quali funziona il linguaggio in generale. Il latino, infine, contribuisce all’acquisizione di una proprietà linguistica più estesa, proprio perché lingua da cui deriva non solo l'italiano ma anche molti altri idiomi.