I libri in realtà virtuale nell'apprendimento scolastico

17 gennaio 2023 5 minuti
DIGITALE IN CLASSE

Sperimentato in Giappone già nel 2014, la scuola in modalità libri in realtà virtuale ha trovato molti consensi tra gli studenti e i genitori nipponici che hanno predisposto strumenti tecnologici innovativi all'avanguardia. In realtà, l’esperienza del Giappone non ha fatto altro che aprire una finestra sul mondo della sperimentazione didattica nelle classi: un metodo facile da apprendere da una generazione digitale che è già pronta alle evoluzioni tecnologiche. I nativi digitali sembrano avere un cervello tecnologicamente già modificato, attento e pronto alle novità del futuro e a una Cyber School nella quale il libro non è più in formato cartaceo ma in realtà virtuale. Il modello giapponese è probabilmente troppo avanti rispetto a quello proposto da alcune organizzazioni europee, perché si fonda sulla partecipazione degli studenti a lezioni e corsi esclusivamente digitali, dove i giovani possono interagire con i docenti attraverso dei loro avatar per porre quesiti, rispondere alle domande o semplicemente prendere appunti.

 

Libri in realtà virtuale a scuola: come cambia la didattica

Sebbene poco conosciuto, il tema dello studio in realtà virtuale è conosciuto già dalla metà del 900, mentre nel 2016 vi sono stati alcuni produttori che hanno proposto tecnologie innovative adatte anche agli studenti. Oggi più che mai si assiste a un aumento costante delle soluzioni dedicate alla formazione didattica, dotando quest’ultima dei contenuti, strumenti e programmi basati sui libri in realtà virtuale. In alcuni stati europei, ad esempio, è stato sperimentato il progetto di Google Expedition Pioneer Program per avvicinare studenti e istituzioni scolastiche ai libri in realtà virtuale. Un progetto disponibile attraverso software e kit hardware che consente alle classi di viaggiare per finalità didattiche in luoghi che non possono essere raggiunti facilmente sia per ragioni economiche che logistiche da tutti. Un ausilio di cui può godere soprattutto la letteratura, con le mille sfaccettature storico-geografiche con cui viene trattata oggi. Dopo il successo ottenuto, oggi questo programma è disponibile in tutte le scuole per momenti di formazione di gruppo che includono la figura dell’insegnante come guida in musei, centri storici, aree archeologiche o mostre allestite in ogni parte del mondo. Possiamo comprendere da queste esperienze virtuali che i tempi in cui venivano utilizzati solo i libri di testo come supporto didattico sono ormai lontani anni luce.

 

Sappiamo già che gli studenti non utilizzano più atlanti per visualizzare luoghi lontani, enciclopedie per avere fonti su opere letterarie, rimandi a poemi, poesie, opere teatrali con la spiegazione sempre disponibile e diversi approfondimenti. Ma da qualche anno la diffusione inarrestabile dei dispositivi mobili sembra aver accelerato l’accesso al libro digitale, aprendo la strada a modalità didattiche differenti ma molto apprezzate dai giovani. Oggi più che mai i libri in realtà virtuale consentono di realizzare un vero salto di qualità nell’impiego della tecnologia in classe. Basti pensare ad alcuni istituti scolastici in Florida nei quali gli alunni possono usare app progettate per il programma Nearpod VR, specifico per la didattica che mediante il Cardboard by Google consente loro di fare lezioni di geografia, letteratura e storia con una visione a 360 gradi. Un modo per dare vita a lezioni interessanti dove gli studenti hanno la possibilità di interagire e appassionarsi anche con i classici della letteratura più impegnativi.

 

I vantaggi dei libri in realtà virtuale per la letteratura

Anche la scuola italiana ha iniziato il processo di adeguamento alle nuove tecnologie, con particolare riguardo ai libri in realtà virtuale, adeguandoli alle materie che si prestano meglio all’innovazione come storia, geografia e chimica, ma anche alcune discipline come letteratura e inglese che permettono di sperimentare in modo immersivo gli argomenti attraverso l’ausilio di specifici dispositivi. Ma quali sono i vantaggi di una lezione di letteratura svolta in questo modo? Scopriamolo insieme grazie all’analisi di alcuni istituti che l’hanno sperimentata e i cui alunni hanno risposto in modo positivo:

  • ogni studente vive un’esperienza attiva, che aumenta la sua curiosità e l’interesse nella letteratura, permettendogli di vivere la scuola in modo non passivo;
  • visto il metodo semplificato, tutti gli alunni che compongono la classe hanno la possibilità di sperimentare in modo paritario, eliminando le barriere legate alla capacità di esprimersi e di immedesimarsi nelle opere letterarie;
  • uno dei vantaggi più comuni che è stato sperimentato tra gli studenti è il mantenimento di un buon livello di concentrazione nel lungo termine. Spesso, infatti, la letteratura italiana, come quella latina o greca, sono molto impegnative e il livello di difficoltà che presentano penalizza chi si distrae facilmente o chi non riesce a mantenere lucidità oltre i 20 minuti di ascolto;
  • l’alunno viene coinvolto immediatamente perché il libro in realtà virtuale ha un impatto immediato;
  • la visualizzazione di immagini resa possibile dall’esplorazione di tempi e spazi legati alla lezione semplifica la memorizzazione, la conoscenza e l’apprendimento, facilitando anche lo studio a casa;
  • è assodato che l’utilizzo della pratica di tipo sperimentale è di grande aiuto per comprendere anche concetti complessi, teorie molto articolate, tematiche multiformi e macchinose, altrimenti difficili da interiorizzare se non vi fosse la visualizzazione;
  • pur utilizzando stili apprendimento eterogenei, i libri in realtà virtuale hanno avuto comunque esito positivo rispondendo a coloro che avevano dubbi circa la loro validità
  • utilizzare questa metodologia all’interno delle classi consente anche di porre un limite all’impiego dei device, contrariamente a quello che avviene a casa quando gli alunni sono fuori dal controllo del docente
  • ogni alunno percepisce la realtà virtuale come un’esperienza innovativa e piacevole, che non rifiuta a priori, ma anzi accoglie con piacere e curiosità
  • la visualizzazione del backgroud che caratterizza novelle, opere letterarie e scenari politici coinvolgono il giovane, aiutandolo a riconoscere più facilmente anche il periodo storico in cui viene ambientata, con ottime possibilità di ricordare quelle nozioni anche in futuro;
  • l’utilizzo dei libri in realtà virtuale rende più semplice l’integrazione tra studenti della stessa classe, nonostante le differenze caratteriali o i limitati legami pregressi, cosa che invece non accade nelle lezioni ordinarie;
  • consente, inoltre, l’applicazione del metodo di apprendimento conosciuto come learning by doing nel quale il giovane comprende bene l’argomento perché lo sperimenta in prima persona, facendolo proprio come se fossa realtà; in questo modo il docente non dovrà utilizzare il classico sistema di voti, ormai superato in gran parte del mondo, ma fare ricorso a forme di incentivi diverse, con valutazioni che riguardano la partecipazione e la motivazione dello studente a quell’attività
  • la realtà virtuale portata in classe favorisce l’acquisizione del metodo di studio multidisciplinare. Infatti, mentre si sta analizzando un testo di letteratura inglese, ad esempio, si ha la possibilità di vedere il personaggio comprendendo dai gesti anche il significato delle parole, che viene associato all’azione compiuta. In questo modo l’analisi del testo, l’acquisizione di nuovi vocaboli, la capacità di descrizione e l’ambientazione diventa un tutt’uno che resta fisso nella mente del giovane.

 

Svantaggi nell’utilizzo della realtà virtuale nella letteratura

I rischi di questo innovativo metodo vengono evidenziati da quella parte di docenti che predilige il mantenimento di metodologie classiche nella didattica, senza l’introduzione di forme tecnologia che potrebbero causare l’isolamento del giovane anziché maggiore apertura e integrazione. I tecnofobi, come vengono definiti coloro che ostacolano l’introduzione dei libri in realtà virtuale, avvertono i device a scuola come un pericolo per i giovani già dipendenti dalla tecnologia. Secondo loro, infatti, l’unico spazio in cui i ragazzi di oggi sono lontani da smartphone, tablet, pc e altri dispositivi è proprio la scuola e l’abolizione di tale limite non farebbe altro che aumentare una tendenza già abbastanza grave tra gli adolescenti.