Il progetto AutLab: laboratorio per menti speciali per includere gli alunni autistici in classe

11 aprile 2023 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Autismo a scuola L’autismo è un disturbo del neurosviluppo che si manifesta con una sindrome di tipo comportamentale generata da un disordine determinato da fattori biologici che emergono nel primo triennio di vita. In quest’ordine, si noteranno problemi nell’interazione sociale, difficoltà a stabilire relazioni con gli altri, incapacità a comunicare sentimenti e idee. Si tratta, dunque, di un disturbo permanente che accompagna il giovane in tutto il suo ciclo di vita con caratteristiche, intensità e livelli di gravità che differiscono in base al tipo di autismo che ci si trova ad affrontare. Dal punto di vista medico, i Disturbi dello Spettro Autistico presentano due elementi in comune:

  • deficit dell’interazione sociale e della comunicazione persistenti
  • ripetizione di comportamenti e attività e interessi ristretti.

Questo significa che l’Autismo può presentarsi con uno spettro estremamente variabile che ricomprende sia soggetti con grave ritardo mentale che pazienti con quoziente intellettivo elevato. La diagnosi, pertanto, può avere ad oggetto la Sindrome di Asperger che descrive pazienti ad alto funzionamento o il Disturbo autistico, che descrive pazienti a basso funzionamento con disabilità intellettuale e verbale grave. Ad oggi le cause che danno vita a tale disturbo non sono state ancora scoperte, ma si riconoscono una serie di fattori scatenanti che vanno dalle alterazioni genetiche a quelle ambientali, ricomprendendo in questa categoria anche i fattori esperienziali, ambientali e psicologici che incidono sul sistema nervoso centrale. Tali alterazioni presentano enormi oscillazioni che variano in base alla persona e alle stimolazioni a cui viene sottoposto il paziente. Ad oggi, invece, non sono stati scoperti collegamenti con particolari etnie o aree geografiche ma piuttosto prevalenze di genere, dal momento che viene diagnosticato negli uomini in modo prevalente rispetto alle donne.

 

La presenza di alunni autistici a scuola

Secondo alcune ricerche e studi elaborati in Italia emerge un aumento lento ma progressivo di alunni con disturbo dello Spettro autistico nella scuola, con un’incidenza dell’1% della popolazione totale degli scolari. Queste informazioni sono state confermate dall’Osservatorio nazionale per il Monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico che conferma la complessità di tale patologia sia nella fase della diagnosi che in quella assistenziale. Non vanno trascurate altre implicazioni pratiche, come quelle che riguardano l’aspetto economico ed educativo che pesano in modo gravoso sull'organizzazione della scuola e sul bilancio familiare. In questo contesto, la scuola si trova a svolgere un ruolo particolarmente delicato soprattutto nei primi anni. Non è raro, infatti, che la segnalazione della presenza di disturbi provenga dalla maestra della scuola dell’infanzia o delle scuole elementari che nota i problemi relazionali dell'alunno nel lungo periodo, e li comunica alla dirigente e ai genitori. Spesso gli insegnanti si trovano in imbarazzo nel parlare di queste tematiche ai genitori che non accettano inizialmente la situazione e reagiscono mettendosi sulla difensiva, negando o rifiutando il problema. L’aiuto, in questi casi, è necessario non solo ai genitori ma anche ai docenti che vanno accompagnati, sostenuti e formati nel modo giusto anche da uno Psicologo Scolastico.

 

L'importanza della formazione docenti, il progetto “AutLab: Laboratorio per menti speciali”

AutLab: Laboratorio per menti speciali”, è un corso di formazione gratuito rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e che mira a formare gli insegnanti di sostegno non specializzati e l'intero team di classe affinché possano sviluppare percorsi educativi, scolastici ed extrascolastici, per fare in modo che anche i bambini con autismo possano essere inclusi con successo all'interno del gruppo classe. Una maggiore inclusione dei bambini con bisogni speciali costituisce anche un beneficio per tutta la classe, che viene educata al rispetto dell'alterità. Ad oggi sono stati formati 6000 docenti e questo successo dimostra quanto nelle scuole italiane si avvertisse l'esigenza di acquisire strumenti e competenze per la gestione delle dinamiche dell'autismo. Grazie ad AutLab, tutti i docenti della classe possono apprendere come sviluppare percorsi educativi, scolastici ed extrascolastici finalizzati a valorizzare e potenziare le capacità - a volte anche molto elevate - degli alunni autistici, che vengono riconosciuti non più come bambini che funzionano “meno”, ma che funzionano diversamente (neurodiversità).

 

Le strategie da utilizzare a scuola e le difficoltà

Nonostante l’impiego di specifiche strategie, è indiscutibile che la scuola sia un ambiente molto particolare che porta con sé problemi talvolta non controllabili, imprevisti e intoppi che rompono la routine destabilizzando i ragazzi che soffrono di autismo. Se, infatti, i docenti devono seguire costantemente i suggerimenti dei professionisti, dall’altro devono essere in grado di adattarsi alle situazioni più disparate, anticipando le criticità che possono presentarsi. Non bisogna dimenticare che le strategie da utilizzare in classe devono essere specifiche ed essere finalizzate a: - aiutare il giovane a chiedere aiuto chiamandoli o toccandoli; - incoraggiare l’alunno a salutare appena entra nella classe e a condividere le sue cose con i compagni di classe; - promuovere in ogni situazione l’inclusione con giochi e attività varie da svolgere insieme agli altri. Un aspetto rilevante dello Spettro Autistico è il rischio che si verifichino scoppi di collera, crisi e urla improvvise senza riuscire a controllarsi. In questi casi i professionisti del settore consigliano ai docenti di non forzarli né bloccarli, ma di sviluppare loro stessi la sensibilità di anticipare tali crisi, imparando a controllare i problemi comportamentali.

 

Programmi individualizzati a misura di alunno

Questo significa che indipendentemente dal Piano Educativo Individuale che verrà elaborato per il singolo alunno, gli obiettivi comuni da perseguire sono lo sviluppo dell’autonomia, la comunicazione con i coetanei per favorire l’inserimento, il miglioramento delle sue capacità di adattamento e la riduzione dei comportamenti ripetitivi che resta uno dei problemi più oppressivi di questa patologia. Per realizzare un programma di questo tipo è necessario organizzare adeguatamente la giornata scolastica, come consigliato dal professore di Psichiatria e Scienze Comportamentali Stanley I. Greenspan, da anni al servizio della George Washington University Medical School, presidente dell’ICDL (International Council on Developmental and Language disorders) e fondatore dell’associazione Zero to Three, il quale propone di intervenire in modo psico – educativo sull'alunno per metterlo in relazione con gli altri creando una relazione basata sull’emotività più che sulla razionalità. Si tratta, ovviamente, di un programma che richiede sessioni di gioco, un lavoro adeguato alla sua condizione e la giusta interazione linguistica per raggiungere obiettivi fissati sulle specifiche abilità del singolo.