L'importanza dell'insegnamento dell'intelligenza emotiva nelle scuole

23 maggio 2023 4 minuti
DIDATTICA INNOVATIVA

Con intelligenza emotiva si intende la capacità di distinguere, comprendere e saper gestire le proprie emozioni e quelle altrui. Un qualcosa di diverso dall'intelligenza analitica, un concetto piuttosto recente che si è però sviluppato in modo rapido, tale da renderlo un insegnamento fondamentale per i bambini che con esso apprenderebbero come affrontare con positività la vita e le difficoltà che, nel percorrerla, si incontrano.

I primi accenni di intelligenza emotiva sono circolati intorno al 1990, grazie al lavoro di due psicologi statunitensi, John Mayer e Peter Salovey, ma è soltanto con il libro firmato da Daniel Goleman, Intelligenza emotiva: che cos'è e perché può renderci felici, che tale definizione ha conosciuto la fama. I due approcci si distinguono tra loro e anche in seguito sono nati modelli che hanno letto con sfumature diverse il concetto di intelligenza emotiva. Se da un lato infatti Salovey e Mayer la definivano come la capacità di comprendere e regolare le emozioni al fine di rendere più semplice l'integrazione e spingere verso la crescita personale, Goleman guida il proprio pensiero verso la leadership, riconoscendo a chi è in possesso di tale propensione la capacità di individuare i propri punti di forza e debolezze e di gestire tali caratteristiche in funzione delle circostanze per raggiungere gli obiettivi prefissati, sfruttando l'abilità sociale e l'empatia di cui dispone.

 

I cinque pilastri dell'intelligenza emotiva

Gli elementi che, secondo Goleman, compongono l'intelligenza emotiva sono: - l'autoconsapevolezza, ovvero la capacità di capire se stessi, la propria forza e le proprie mancanze per evitare che le difficoltà facciano uscire fuori il peggio di sé e al contrario organizzarsi per far emergere il lato positivo - l'autogestione, se l'autoconsapevolezza è la parte teorica con l'autogestione si passa all'aspetto pratico vero e proprio, ossia all'attitudine di controllare e guidare verso l'ottimismo gli stati d'animo cattivi e gli impulsi negativi - l'abilità sociale è la propensione a gestire le relazioni umane al fine di indirizzarle verso il conseguimento dei propri obiettivi - la motivazione, attraverso questa caratteristica si riescono a trasformare le emozioni negative in stimoli verso il successo, motivando se stessi o gli altri all'iniziativa, al dinamismo, all'intraprendenza, all'ottimismo - l'empatia, è in ordine l'ultimo dei cinque pilastri che compongono l'intelligenza emotiva, ma probabilmente uno dei più importanti per un lavoro di squadra o una collaborazione di gruppo. L'empatia è la capacità di comprendere appieno le emozioni e gli stati d'animo delle persone e a volte anche di prevederle e anticiparle.

 

Dal contesto lavorativo alla vita di tutti i giorni

L'ambito nel quale l'approccio di Goleman trovava la sua massima espressione era quello lavorativo, con l'intelligenza emotiva che entrava in gioco laddove un manager, il leader di un gruppo, ha la necessità di cementare la spinta verso una direzione e un traguardo condiviso. Eppure il suo insegnamento parte da lontano, secondo lo psicologo e scrittore statunitense l'intellingenza emotiva non è un'abilità innata, ma può essere appresa, coltivata o migliorata. In fondo si è essere umani anche al di fuori del contesto professionale e un alto grado di intelligenza emotiva appare vantaggioso in tutti gli ambiti della vita quotidiana di una persona. Ecco perché risulta fondamentale insegnarla nelle scuole in maniera sistematica, confortati dai dati che dimostrano una crescita degli atteggiamenti a favore della socialità nelle scuole dove questo approccio è stato testato.

 

Le competenze trasversali

Negli ultimi anni si è andata sempre più affermando la convinzione che l'educazione e la crescita di un bambino non sia composta soltanto dallo sviluppo cognitivo, linguistico e motorio, ma anche da altri fattori, quelle abilità trasversali, da non sottovalutare, che formano tutto l'universo emozionale. Sono proprio queste ultime a essere state introdotte in ambito scolastico con lo scopo di insegnare a gestire le emozioni per risultare, una volta appresa quest'arte, più empatici e migliorare le relazioni con gli altri. Si tratta dell'intelligenza emotiva, quella capacità di distinguere, capire, gestire le emozioni proprie e altrui per imparare a convivere in modo armonioso e corretto con gli altri, per riuscire a superare le difficoltà, per far propria la capacità di condividere.

 

Come insegnare l'intelligenza emotiva

Non sempre, o non ancora, alle emozioni viene riconosciuta la giusta importanza e questa superficialità d'intenti si traduce in una scarsa attenzione verso l'insegnamento dell'intelligenza emotiva. Al tempo stesso resta anche difficile insegnare questo che può essere definito più un approccio, un atteggiamento che una vera e propria materia con tanto di lezioni e compiti a casa. Quando si parla di sentimenti e soprattutto di quelli negativi la tendenza spinge a controllarli o addirittura sopprimerli quando invece il giusto atteggiamento è quello che insegna che ogni emozione porta con sé un messaggio da imparare a codificare. Non esistono pulsioni sbagliate, ma reazioni che vanno interpretate e il ruolo dell'insegnate è proprio quello di fungere da veicolo che trasporti l'alunno alla conoscenza di tali segnali e alla loro comprensione. Solo così facendo, in un ambiente sano, equilibrato, che sappia incanalare nel modo giusto le emozioni, si coltiva nello studente il seme dell'empatia, della condivisione, dell'immedesimazione che porta non solo a un maggior entusiasmo nella vita comune, ma anche a un miglior atteggiamento nei confronti dei momenti di stress e delle difficoltà.

 

La scuola come luogo di sviluppo e crescita

Può la scuola rappresentare un importante veicolo per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva? E attraverso quali strumenti potrebbe perseguire tale obiettivo? Secondo molti studi è affermativa la risposta alla prima domanda e la strada maestra che conduce all'apprendimento è rappresentata e favorita da un contesto dove all'interno trionfi la gratificazione e l'integrazione, in un ambiente capace di far emergere le emozioni, fatte anche di problemi familiari e disagi. E' importante che gli alunni interagiscano in modo corretto e appropriato nelle dinamiche di gruppo ed è quindi compito degli insegnanti monitorare su tutti quei comportamenti come la scarsa partecipazione, gli atteggiamenti di rifiuto e la disattenzione, che influenzano in modo negativo l'apprendimento, generando insicurezza e incapacità di comunicare. Molte scuole, con risultati eccellenti, hanno utilizzato percorsi didattici improntati sull'alfabettitazione emotiva, con discussioni in classe in merito a disagi e traumi vissuti dagli scolari stessi. Non sempre alle spalle di un alunno c'è una famiglia presente ed equilibrata, il ruolo della scuola, in simili contesti, svolge un'importanza determinante e può davvero fare la differenza, rappresentando un punto di svolta e di cambiamento.

 

Le chiavi del successo: capacità di ascolto e ambiente aperto

In un clima privo di pregiudizi, aperto e comprensivo, il dialogo è una valida soluzione soprattutto quando l'interlocutore si mostra l'ascoltatore in grado di guidare le emozioni nella giusta direzione. Solo innalzando le emozioni a vera e propria disciplina si possono ottenere grandi risultati, sia nei bambini che negli adolescenti, insegnando loro a stare con gli altri, a puntare al miglioramento, a creare legami duraturi. Senza dimenticare che il ragazzo arrabbiato di oggi potrebbe facilmente trasformarsi nell'uomo ostile di domani, incapace di stare in armonia in mezzo alla gente. L'età adolescenziale è contraddistinta da intensi tratti emozionali, sentimenti che vanno dalla fragilità alla sofferenza, dalla sfiducia all'eccesso di sicurezza che sfocia in episodi di bullismo. Bambini e ragazzi che hanno bisogno di sostegno in questo percorso di crescita, di condividere i propri stati d'animo, degli strumenti che permettano loro di costruire rapporti profondi e stabili, di un insegnamento che vada oltre la didattica tradizionale e getti le basi per l'analisi e la razionalizzazione di ogni tipo di emozione.