Stop agli smartphone anche nelle scuole superiori: la nuova circolare
Il 16 giugno 2025, il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha rilasciato una nuova circolare che introduce un importante cambiamento nelle scuole secondarie di secondo grado: a partire dall’anno scolastico 2025/26, entrerà in vigore il divieto di utilizzo degli smartphone durante le ore di lezione. La decisione è conseguente al dichiarato tentativo di migliorare l’ambiente di apprendimento, limitando le distrazioni legate all’uso eccessivo della tecnologia, in particolare dei dispositivi mobili.
Un tentativo verso la riduzione delle distrazioni
L’introduzione del divieto si inserisce all’interno di un ampio dibattito sull'uso degli smartphone nelle scuole italiane. L’adozione della circolare risponde a un crescente bisogno di restituire centralità all’interazione diretta tra studenti e docenti, nonché tra studenti e studenti, ritenendo che la tecnologia, se non ben gestita, possa essere un ostacolo alla concentrazione. Molti studi, infatti, hanno dimostrato che l’utilizzo frequente di dispositivi mobili in classe può compromettere la capacità di apprendimento e la qualità dell’interazione didattica. La circolare stabilisce che gli smartphone dovranno essere spenti e tenuti fuori dalla vista durante le ore di lezione.
Il divieto riguarda non solo le attività didattiche, ma anche l’uso del telefono durante le pause o durante attività extracurriculari all’interno del contesto scolastico. Dopo l’adozione di tale misura nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, a partire dall’uscita della nota ministeriale dell’11 luglio 2024, la sua estensione alle scuole superiori rappresenta una novità importante e, per molti, una mossa necessaria per migliorare l’esperienza educativa.
L'impatto degli smartphone sull'attenzione degli adolescenti
Negli ultimi anni, sono stati condotti numerosi studi che mettono in evidenza come l'uso degli smartphone, specialmente durante le ore scolastiche, possa avere effetti negativi sull'attenzione e sulla concentrazione degli adolescenti. Diversi studi hanno suggerito che l'uso prolungato degli smartphone è correlato a una diminuzione della memoria di lavoro, un'abilità cruciale, con conseguenze negative sull’apprendimento e, secondo quanto affermato dall’OMS, anche sul sonno e sulle capacità relazionali.
L'American Psychological Association definisce come "sovraccarico cognitivo" (cognitive overload) il peggioramento del processo di apprendimento causato dall’interruzione delle notifiche continue e dall'accesso immediato alle informazioni online. In particolare, per gli adolescenti, che stanno attraversando una fase di sviluppo cerebrale intensivo, l'esposizione a queste distrazioni può interferire con la capacità di sviluppare abilità di pensiero critico e problem solving.
Le ragioni dietro la decisione
Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato che la circolare nasce dalla volontà di preservare la qualità dell’insegnamento e l'attenzione degli studenti. Il ricorso sempre più diffuso agli smartphone in classe ha infatti sollevato preoccupazioni tra insegnanti, genitori e autorità scolastiche. L’utilizzo degli smartphone può portare allo sviluppo di un’inibizione alla partecipazione attiva degli studenti, contribuendo a ridurre l'interazione diretta e ad aumentare il rischio di distrazioni, compromettendo così l’efficacia delle lezioni.
A tal proposito, la circolare mira a incentivare la partecipazione e il coinvolgimento degli studenti in attività che favoriscano il pensiero critico, l’apprendimento attivo e le capacità relazionali, invece di favorire una modalità di apprendimento che si basa prevalentemente sulla fruizione di contenuti digitali passivi.
L’esperienza internazionale: come si regolano altri paesi
La circolare italiana si inserisce in un panorama europeo che vede l’adozione di politiche simili in diverse nazioni. In Francia, ad esempio, la legge che vieta l’uso degli smartphone nelle scuole è stata introdotta nel 2018 e ha visto un ampio consenso. Diversi altri paesi, come la Germania e la Spagna, hanno regolamentato l’uso degli smartphone nelle scuole, ritenendo che una limitazione possa favorire un ambiente di apprendimento più sano e concentrato.
In molti casi, l’approccio alla questione si differenzia in base alle fasce d’età. Se in alcuni paesi il divieto riguarda solo le scuole primarie, in altri la restrizione si estende anche alle scuole superiori, con la convinzione che gli studenti più grandi possano trarre maggior beneficio da un ambiente scolastico meno distratto dalla tecnologia. La decisione italiana di allargare il divieto alle scuole superiori si allinea, dunque, a queste tendenze internazionali, pur mantenendo una certa flessibilità per attività didattiche che potrebbero giustificare l’uso controllato dei dispositivi.
Didattica e tecnologia sono incompatibili?
Nonostante il divieto generale, la circolare prevede alcune eccezioni, principalmente legate all’utilizzo degli smartphone in contesti didattici specifici. Ad esempio, l’uso dei dispositivi per attività di ricerca, per l'accesso a piattaforme di e-learning o per partecipare a esperimenti digitali sarà consentito solo quando l’insegnante lo riterrà opportuno e solo in modalità supervisionata. In tal senso, il MIM invita le scuole a dotarsi di strumenti adeguati e di formazione per i docenti, affinché le potenzialità didattiche della tecnologia vengano sfruttate in modo corretto, senza però compromettere l’efficacia dell’insegnamento in presenza.
La tecnologia, infatti, continua a rappresentare un'importante risorsa educativa, ma deve essere utilizzata in modo mirato e integrato nel processo di insegnamento. La circolare non vieta l'uso di dispositivi digitali, ma stabilisce delle regole precise per garantirne un utilizzo consapevole e finalizzato all’apprendimento, evitando l’uso improprio che può generare distrazione o abbassare la qualità dell’insegnamento.
Va sottolineato per esempio che tablet, computer e lavagne elettroniche - se utilizzati correttamente - rimangono strumenti preziosi nella didattica, che spesso possono essere integrati in modo efficace nel processo di insegnamento. In particolare, grazie alle loro funzionalità multimediali e interattive, permettono di progettare lezioni dinamiche che coinvolgono gli studenti in modo più profondo.
Il Ministero dell'Istruzione e del Merito, in linea con gli sviluppi della didattica digitale, ha incoraggiato l'uso di tablet e computer nelle scuole come strumenti complementari per favorire l'apprendimento interattivo, inclusivo e personalizzato. In particolare, i dispositivi digitali possono supportare l'inclusione degli studenti con disabilità, offrendo soluzioni tecnologiche che li aiutano a partecipare pienamente al processo educativo.
Le reazioni della comunità scolastica
La nuova misura ha suscitato reazioni contrastanti tra i vari membri della comunità scolastica. Se alcuni insegnanti accolgono con favore il provvedimento, vedendolo come una risposta a un problema di concentrazione diffuso tra gli studenti, altri ritengono che sia necessario trovare un equilibrio tra la regolamentazione dell’uso degli smartphone e il riconoscimento dei benefici che la tecnologia può apportare all’apprendimento. Sarebbe utile ad esempio stilare delle linee guida chiare per gestire le situazioni in cui l'uso dello smartphone è necessario per attività didattiche specifiche.
Alcuni esperti, infine, suggeriscono che il divieto, pur mirando a migliorare l’esperienza scolastica, potrebbe non risolvere il problema delle distrazioni digitali, che in parte potrebbero spostarsi verso altri dispositivi, come i tablet o i portatili. La sfida, quindi, rimarrà quella di educare gli studenti a un uso consapevole della tecnologia, sia in ambito scolastico che nella vita quotidiana.
Verso una didattica attiva e coinvolgente
In conclusione, sebbene la misura non sia priva di criticità, essa segna una volontà da parte del Ministero dell'Istruzione e del Merito di valorizzare la relazione diretta tra studenti e docenti e di favorire una didattica più coinvolgente e meno dipendente dalla tecnologia. Sarà interessante osservare come la circolare influenzerà concretamente la vita scolastica e come le scuole si adatteranno a questa nuova regolamentazione, equilibrando l’uso della tecnologia con le esigenze didattiche e formative degli studenti.
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