Per migliorare l'apprendimento è meglio scrivere a mano o al computer?

15 aprile 2024 4 minuti
CREARE INSIEME

Meglio la cara vecchia scrittura a mano libera o quella digitale sulla tastiera del computer? A chiederselo sono soprattutto psicologi e insegnanti, che negli Stati Uniti d'America hanno dato vita a un dibattito particolarmente acceso. La notizia è che la scrittura classica, quella con carta e penna, offrirebbe ai ragazzi maggiori benefici dal punto di vista dell'apprendimento. A confermarlo è anche la scienza, che di recente ha puntato il dito contro l'eccessiva diffusione dei dispositivi tecnologici all'interno delle scuole. Questi ultimi disincentiverebbero apprendimento e creatività, semplificando troppo le cose.

 

Scrivere a mano libera è fondamentale, ma non ce ne siamo mai resi conto

Chi deve studiare, riassumere un testo, prendere appunti, dovrebbe farlo utilizzando carta e penna. Secondo alcune ricerche scientifiche, la classica penna stilografica e il foglio di carta sarebbero il segreto per accendere il cervello, stimolare l'apprendimento e migliorare la memoria. Insomma, tutti coloro che desiderano fissare meglio concetti e nozioni dovrebbero lasciar perdere computer, tablet e smartphone e rispolverare penna e taccuino.

 

A confermare ciò che diversi esperti d'insegnamento sostenevano da tempo è stato uno studio condotto dalla ricercatrice Audrey van der Meer presso l'Università di Scienze e Tecnologie della Norvegia. La ricerca è stata poi pubblicata sulla rivista specializzata Frontiers in Psychology. Nella parte finale dell'articolo si legge che la scrittura a mano è in grado di migliorare la connettività cerebrale (le connessioni provvisorie che vengono a crearsi tra le diverse aree del cervello durante la pratica di un'attività qualsiasi).

 

Il grado di connettività cerebrale raggiunto dalle persone che scrivono a mano è sensibilmente più elevato rispetto a quello di chi preferisce scrivere al computer, ha dichiarato la professoressa. E questa maggior connettività assume un ruolo cruciale nel processo di formazione della memoria e nell'incorporazione delle informazioni provenienti dall'esterno. Di conseguenza, scrivere a mano libera è senz'altro un'attività capace di garantire un importante vantaggio in termini di apprendimento.

 

Lo studio norvegese

Carta e penna sono più potenti di qualsiasi tastiera, come dimostrato anche dagli elettroencefalogramma studiati dai ricercatori che hanno raccolto i dati. Al test hanno preso parte 36 studenti iscritti all'Università di Trondheim, che hanno provato a scrivere utilizzando una tastiera e una penna. In tutti i casi analizzati sono emerse importanti differenze in termini di attivazione cerebrale. Gli elettroencefalogramma utilizzati misuravano l'attività elettrica cerebrale attraverso 256 sensori applicati su una cuffia. Le connessioni tra le diverse regioni del cervello aumentavano in maniera sensibile ogni volta che ai partecipanti veniva chiesto di scrivere a mano.

 

Gli EEG rilevavano un'attività cerebrale molto più bassa quando agli studenti veniva chiesto di digitare un testo usando la tastiera del computer. Audrey van der Meer ha aggiunto che i risultati ottenuti confermano la presenza di una connettività cerebrale nettamente superiore quando gli studenti erano chiamati a muovere il braccio e a creare i segni grafici propri della scrittura corsiva. Secondo i ricercatori, era proprio il movimento delle mani durante la creazione delle lettere a favorire una più elevata connettività cerebrale. Digitare premendo un semplice tasto, è un'attività meno stimolante per le aree del cervello deputate alla memorizzazione delle informazioni.

 

Ciò spiegherebbe anche le ragioni per cui i bambini e i ragazzi che imparano a leggere e a scrivere sul tablet possono trovare difficoltà nel distinguere tra lettere speculari quali la "b" e la "d". Questi bambini non hanno mai sentito cosa prova il proprio corpo a produrre determinati segni grafici, spiega la van der Meer. È importante che i ragazzi imparino a scrivere a mano utilizzando carta e penna come si è sempre fatto, poiché tale attività potrebbe aiutarli a fissare informazioni importanti e a migliorare la memoria a breve e a lungo termine.

 

Di conseguenza, è bene che gli insegnanti abituino tutti i propri studenti a prendere appunti con carta e penna durante le lezioni, esattamente come si era soliti fare prima che i dispositivi di nuova generazione cominciassero a diffondersi anche nel mondo della scuola. Non bisogna dimenticare, poi, che fino a qualche decennio fa, saper riprodurre calligrafie particolari era ritenuta una vera e propria arte, in linea col significato stesso del termine calligrafia, che significa "scrivere con bellezza".

 

 

Il dibattito oltreoceano

Anche in America si è tornati a discutere circa l'opportunità di scrivere a mano nelle scuole. Gli Stati Uniti sono stati tra i primi Paesi al mondo ad aver eliminato il corsivo dalle materie di insegnamento, essendo considerata un'attività obsoleta. Una tesi contro cui si è sollevata una vera e propria ondata di critiche, riprese anche dal New York Times. A riportare in auge la questione è stata la scrittrice Maria Konnikova, che ha affermato: "non conta solo cosa scriviamo, ma come lo scriviamo".

 

Secondo la Konnikova, la decisione di alcuni Stati di eliminare la scrittura a mano dalle materia obbligatorie sarebbe un errore gravissimo, destinato a peggiorare l'apprendimento di studenti e studentesse iscritti alle scuole primarie. Nell'articolo pubblicato sulle pagine del New York Times, la Konnikova da voce a diversi professionisti attivi nel settore della psicologia cognitiva, per niente convinti del fatto che il corsivo vada relegato tra le "reliquie del passato". Tra le voci più importanti figura quella dello psicologo Stanislas Dehaene, secondo cui scrivere a mano aziona circuiti neurali che consentono di assimilare ciascun gesto necessario a un segno specifico.

 

E sono proprio queste connessioni a semplificare i percorsi d'apprendimento. Nello stesso articolo, la Konnikova fa riferimento a uno studio del 2012, realizzato da Karin James. Il compito che la psicologa affidò ai bambini che presero parte al test consisteva nel riprodurre ogni lettera dell'alfabeto in tre modi diversi: su carta; su un foglio sul quale erano già tratteggiati i contorni della lettera; sul display di un PC tramite tastiera. Lo scanning cerebrale chiarì come soltanto la scrittura libera fosse in grado di attivare le aree del cervello deputate alla lettura e alla scrittura.

 

La scrittura a mano libera insegna a compiere un percorso, che va portato a termine facendo tesoro degli errori commessi. Il margine di errore per chi scrive su un dispositivo elettronico, invece, è nullo. Uno studio realizzato da Virginia Berninger e condotto su un gruppo di bambini chiamati a scrivere con una tastiera e a mano libera, ha evidenziato come le due attività tendano a stimolare aree differenti del cervello. Inoltre, la Berninger aggiunse che, scrivendo a mano, i bambini erano capaci di comporre più pensieri in un lasso di tempo inferiore, nonché di esprimere un maggior numero di idee.

 

In quel caso, le aree cerebrali attivate coincisero con quelle normalmente stimolate durante la memorizzazione di un concetto. Tuttavia, l'evidenza più importante a favore della tesi che vorrebbe la reintroduzione della scrittura libera è quella portata da Paul Bloom, psicologo che ha sempre guardato con grande scetticismo l'eventualità che la scrittura a mano libera potesse garantire i benefici di cui abbiamo parlato finora.

 

Inizialmente scettico, Bloom ha pian piano modificato il suo pensiero perché, come lui stesso ha ammesso, se è vero che scrivere con carta e penna permette di concentrarsi meglio, forse aiuta anche a pensare meglio.

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