TFA per il sostegno: tutto quello che c'è da sapere sul Tirocinio Formativo Attivo

20 settembre 2022 4 minuti
OCCHIO ALLE ISTITUZIONI

TFA per il sostegno: di cosa si tratta

Al giorno d'oggi, chi vuole entrare nel mondo dell'insegnamento avrà sicuramente sentito parlare del TFA per il sostegno. Con questa sigla si intende il Tirocinio Formativo Attivo rivolto ai docenti che vogliono ottenere una specializzazione che permetterà loro di diventare insegnanti di sostegno. Il tirocinio ha una durata di otto mesi e si svolge nelle Università pubbliche del territorio italiano. Si tratta di un primo passo verso l'insegnamento che permette di guadagnare 60 CFU e di sostenere l'esame finale. È bene tenere presente infatti che per diventare insegnante di sostegno non bastano le qualifiche necessarie all'insegnamento tradizionale ma è opportuno seguire anche dei percorsi formativi che permetteranno di avvicinarsi ai ragazzi con disabilità oppure con bisogni educativi speciali (BES). L'insegnante di sostegno potrà svolgere questo ruolo non solo presso le scuole dell'infanzia ma anche presso la scuola primaria e la scuola secondaria di I e II grado. Per tale ragione è necessario capire quali siano i requisiti fondamentali per effettuare questa professione e qual è l'iter da seguire.

 

Come funziona il TFA per il sostegno

La prima cosa da sapere è quali sono i requisiti fondamentali per accedere al tirocinio formativo attivo per il sostegno. Questi ultimi variano a seconda del tipo di scuola in cui si vorrà insegnare. Se l'obiettivo è quello di insegnare in una scuola dell'infanzia oppure in una scuola primaria bisogna aver conseguito una laurea in Scienze della formazione primaria oppure aver ottenuto il semplice diploma magistrale nell'anno 2001/2002 (dopo questo periodo è necessario il titolo di laurea). Per quanto riguarda invece la scuola secondaria di I e II grado, bisognerà conseguire una laurea magistrale oppure una laurea a ciclo unico insieme ai 24 CFU in almeno tre ambiti tra psicologia, antropologia, pedagogia, metodologie e tecnologie didattiche, didattica dell'inclusione). Questi crediti formativi sono obbligatori e possono essere ottenuti nel piano di studio previsto dal proprio percorso universitario oppure dopo aver conseguito la laurea.

 

Tirocinio Formativo Attivo per il sostegno: come avviene

Per poter accedere al tirocinio formativo attivo per il sostegno è necessario partecipare a dei test di preselezione che vengono indetti dl Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Le prove di preselezione sono caratterizzate da tre tipologie:

  • un primo test che si svolge in forma scritta e che è caratterizzato da sessanta domande a risposta multipla;
  • una seconda prova scritta, il cui contenuto può cambiare in base alla regione in cui si effettua la prova;
  • una prova orale in cui il candidato potrà esporre oralmente le competenze acquisite e le nozioni contenute nelle prove precedenti.

Il mancato superamento di una delle prove naturalmente non permetterà di poter accedere a quelle successive. Generalmente questi test mirano a verificare le abilità dei futuri insegnanti in diversi campi, non solo quello linguistico ma anche quello pedagogico, psicologico, di sostegno e organizzativo. Una volta superati i test preselettivi sarà possibile avere accesso al TFA vero e proprio. Quest'ultimo prevede la frequentazione obbligatoria dal momento che è necessaria la presenza per almeno l'80%. Il tirocinio formativo attivo per il sostegno in parte si basa su aspetti prettamente teorici come gli insegnamento che riguardano la didattica speciale, l'inclusione, la pedagogia e le scienze dell'educazione. Un'altra sezione invece è dedicata allo svolgimento dei laboratori e dell'attività di tirocinio presso un istituto scolastico. Per quanto riguarda i laboratori, questi ultimi si basano su attività che prediligono la collaborazione e la cooperazione, nonché la ricerca e lo sviluppo cognitivo. Pertanto verranno effettuate esperienze di gruppo, esercizi di simulazione e lavori di approfondimento. Per ciò che concerne invece il tirocinio, bisogna effettuarlo per una durata di almeno 300 ore e in un arco di tempo non inferiore ai cinque mesi. Il tirocinio dovrà essere eseguito presso le scuole e prevede l'affiancamento di un tutor.

 

L'ultimo step del tirocinio formativo attivo è poi l'esame finale: quest'ultimo si effettua secondo la modalità orale e comprende una relazione riguardante il tirocinio e un elaborato che dovrà essere compilato dal candidato in cui si spiegano le competenze acquisite e si dimostra di aver appreso tutte le abilità necessario all'insegnamento. Inoltre bisognerà anche realizzare un contenuto preferibilmente multimediale in cui dovranno essere esposte le metodologie della didattica dell'inclusione. L'esame finale si riterrà superato se il candidato avrà conseguito almeno il punteggio minimo di 18/30.

 

Di che cosa si occupa l'insegnante di sostegno

Svolgere il ruolo di insegnante di sostegno oggigiorno non è un compito facile dal momento che bisogna avere a che fare con ragazzi con bisogni educativi speciali o affetti da disabilità. Pertanto è fondamentale imparare ad approcciarsi a questi studenti e quali sono i metodi didattici migliori per insegnare loro le competenze scolastiche necessarie. È bene ricordare che l'insegnante di sostegno è presente in classe insieme agli altri insegnanti e affianca gli alunni disabili. Al tempo stesso però questa figura professionale ha anche il compito di creare integrazione e collaborazione tra l'alunno disabile e gli altri compagni. Inoltre il docente dovrà anche fare in modo che il ragazzo sia in grado di comprendere le nozioni spiegate in classe. Naturalmente ogni studente può essere affetto da disabilità diverse pertanto, oltre ad avere una certa empatia e una grande passione per il proprio lavoro, è opportuno anche conoscere le caratteristiche di una determinata disabilità così da scegliere le strategie di apprendimento più giuste per ogni alunno.

 

Scopri di più sui compiti dell'insegnante di sostegno!

 

Come fare a prepararsi per il Tirocinio Formativo Attivo per il sostegno

Il tirocinio formativo attivo per il sostegno necessita di una preparazione adeguata dal momento che è a numero chiuso e non tutti vi possono accedere. Per tale ragione è consigliabile seguire una formazione idonea al tipo di prove che si dovranno affrontare. In genere il materiale su cui concentrarsi riguarda le norme scolastiche, la didattica, competenze di pedagogia e di apprendimento, nonché strategie di insegnamento. Bisogna tenere presente che il TFA per il sostegno comporta numerosi vantaggi oltre a quello di eseguire il lavoro verso il quale si è più portati. Uno dei vantaggi è senza dubbio l'accesso alle graduatorie di istituto, oltre poi a essere ammessi ai concorsi e alla possibilità di lavorare nelle scuole paritarie. Proprio per questo motivo, quando il TFA sarà superato è consigliabile inserirlo nel proprio curriculum vitae in modo tale da avere maggiori opportunità di ottenere un lavoro.

 

Perché diventare insegnare di sostegno

Prima di candidarsi per il TFA per il sostegno è importante tenere bene a mente la motivazione che porta allo svolgimento di questo ambito lavorativo. A differenza di un insegnante tradizionale, il docente di sostegno dovrà fare i conti con una realtà totalmente diversa e potrebbe trovarsi di fronte a difficoltà e situazioni imprevedibili. Proprio per tale motivo gli insegnanti di sostegno devono svolgere il tirocinio formativo attivo: quest'ultimo infatti darà loro la possibilità di confrontarsi con il mondo della scuola e di imparare tutto ciò che è necessario per affrontare qualsiasi occasione. Naturalmente si tratta di un ruolo non solo complesso ma anche estremamente gratificante: giorno dopo giorno l'insegnante di sostegno aiuta i ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali ad apprendere e a fare un passo avanti verso la conoscenza.